Melegatti, nozze tra centenari «Faremo un grande gruppo»
All’ad di Hausbrandt la procura per riavviare la produzione Gli operai rientrano dalla cig. Ma l’ok dei giudici deve arrivare
«Operazione ragionata, ma fatta con il cuore». Fabrizio Zanetti, che guida il gruppo Hausbrandt 1892, ha spiegato così il piano per rilevare Melegatti (nata nel 1984), risanarla, e creare un grande gruppo made in Veneto. Manca ancora l’ok dei giudici, i lavoratori intanto rientrano dalla Cig.
Il più bel matrimonio tra centenari potrebbe andare in scena a Verona nei prossimi mesi. Hausbrandt, azienda del caffè, classe 1892 e Melegatti, la storia del pandoro, creata nel 1894. La città dell’amore a fare da corollario a un fidanzamento che tutti sperano sia coronato da lieto fine. La storia sembra incoraggiante, anche se la parola definitiva deve essere ancora sottoscritta. Ieri il gruppo di Nervesa della Battaglia ha acquisito la procura generale per gestire l’eventuale campagna di Pasqua da realizzare negli storici stabilimenti Melegatti. Di fatto è subentrato nel ruolo che Open Capital Fund, gestito dalla maltese Abalone, aveva avuto per tutto il periodo natalizio. L’obiettivo del gruppo guidato da Fabrizio Zanetti, comunque, è quello di rilevare l’azienda scaligera per risanarla, garantendo continuità industriale e arrivare a creare un grande gruppo made in Veneto. Caffè e pandoro, colombe se vogliamo seguire la stagione, di alta gamma, sempre che il tribunale dia il via libera alla cosiddetta mini campagna di Pasqua. Però l’operazione che lo storico marchio del caffè sta portando avanti è di quelle che sembrano destinate a durare: «Non facciamo azioni a spot, né spacconate. La nostra è un’operazione ragionata, ma fatta con il cuore», ha garantito Zanetti. Quasi una vera dichiarazione d’amore.
Intanto, per essere concreti, Hausbrandt ci ha messo un milione di euro per finanziare la campagna produttiva delle colombe e poi arriveranno risorse adeguate per procedere nella realizzazione complessiva del progetto. I soci storici della Melegatti, le famiglie Ronca e Turco, in un tempo non troppo lontano dovrebbero uscire dalla governance aziendale. «La strategia è molto semplice – ha spiegato Zanetti ai dipendenti Melegatti che lo attendevano fuori dai cancelli – noi oggi assumiamo la procura generale. Ci sarà un percorso che porterà fuori dalle secche l’azienda. Secondo quanto prevede l’articolo 182 (ristrutturazione del debito, ndr), si passa per la procedura che auspichiamo sia più veloce possibile e con l’affitto del ramo d’azienda prendiamo in mano la gestione». Obiettivo ottenere il 100% delle quote attraverso un successivo aumento di capitale. La via è stretta, il percorso molto articolato e pieno di insidie, ma il progetto è chiaro perché, ha precisato Zanetti: «C’è un piano industriale, diciamo ad oggi costruito sulla carta. Naturalmente poi va implementato, realizzato e ridisegnato giorno per giorno». Il piano punta a sfruttare le reti di vendita «che sono sinergiche» perché il pandoro segue la grande distribuzione, il caffè il canale Horeca (bar e ristoranti) e da queste nuova sinergia potrebbero nascere possibilità importanti e mai, fino ad oggi sfruttate.
Lo stesso stabilimento di San Martino Buon Albergo, inaugurato meno di un anno fa e destinato ai prodotti non da ricorrenza, diventerebbe un punto di forza per il rilancio dell’azienda. «Abbiamo già sviluppato – ha chiarito Zanetti – rapporti con Cast Alimenti, la migliore scuola di pasticceria italiana, e con Iginio Massari. Vedrete che con inventiva riusciremo a realizzare progetti importanti».
La partenza potrebbe già essere lunedì. Da verificare però se i giudici responsabili della procedura concorsuale daranno il via libera alla produzione pasquale, e i dubbi sulla sostenibilità economica dell’operazione devono essere fugati, ma questo non è un dato che pare spaventare Zanetti: «Il mio sogno è riuscire a rimettere sui binari un’azienda che è un pezzo del Natale della famiglia italiana. Tutti noi vogliamo bene al pandoro Melegatti perché è parte della nostra vita». Quindi lunedì, i lavoratori torneranno in fabbrica, si attende ad ore la comunicazione di conclusione della cassa integrazione, assieme ai tecnici di Hausbrandt.«È una bella operazione – ha chiosato il presidente della Regione Luca Zaia – che nasce sotto una buona stella perché coniuga e salvaguardia il meglio della tradizione e dell’imprenditoria veneta. Grazie al gruppo Hausbrandt si salva un marchio storico del Veneto». Più prosaicamente Zanetti ha salutato i lavoratori davanti ai cancelli con parole programmatiche: «C’è un gran lavoro da fare, non c’è da prendersi in giro. Ma con l’aiuto di tutti quanti ce la possiamo fare».