«Non verrà mai fatta giustizia per nostra figlia»
I Bellucci: l’assassino non si è mai pentito, in cella studia per rifarsi una vita
«Nessuna condanna potrà mai ridarci Lucia».Reagiscono «rassegnati» i signori Bellucci alla notizia che la Suprema Corte ha appena scritto la parola «fine» sulla condanna all’assassino della figlia Lucia.
«Nessuna condanna potrà mai ridarci Lucia. Io e mia moglie abbiamo letto con attenzione le motivazioni che la Cassazione ha depositato due giorni fa per confermare i 30 anni di carcere all’assassino di nostra figlia, la verità però è che per Lucia non potrà mai esserci abbastanza giustizia e il nostro dolore cresce ogni giorno di più... ».
Reagiscono «con rassegnazione e tristezza» Giuseppe Bellucci e la moglie Maria Pia, alla notizia che la Suprema Corte ha appena scritto la parola «fine» a processi e gradi di giudizio rigettando anche l’ultimo ricorso presentato dalla difesa di Vittorio Ciccolini, l’avvocato veronese condannato per l’omicidio volontario della ex fidanzata il 9 agosto 2013: secondo gli Ermellini l’istanza di riapertura del caso «risulta inammissibile» per 20 pagine di ragioni Maria Pia Bellucci e il marito Giuseppe si sono visti strappare in Val Rendena, nel Trentino, la bellissima figlia Lucia (foto)con 4 coltellate al cuore dall’ex fidanzato Vittorio Ciccolini che non accettava di essere stato lasciato per un altro dettagliatamente poste nero su bianco, il che rende adesso definitiva e non ulteriormente impugnabile la pena di 30 anni di carcere inflitta in primo e secondo grado al legale scaligero. «In questo suo ultimo ricorso parlava di infermità mentale. Ma quale follia, macché vizio di mente. É sempre stato lucidissimo e nel pieno possesso delle sue facoltà: prima di uccidere nostra figlia, mentre lo faceva e anche dopo. E adesso, in carcere, ha la mente talmente sgombra e libera da qualsiasi pensiero che sta studiando filosofia. Sta già pensando a quando uscirà dal carcere e potrà rifarsi una vita, proprio lui che la vita a nostra figlia l’ha tolta senza pietà...».
Maria Pia Bellucci e il marito Giuseppe, medico di base a Pergola, si sono visti strappare in Val Rendena, nel Trentino, la bellissima figlia Lucia con 4 coltellate al cuore da quell’ex fidanzato che non accettava di essere stato lasciato per un altro: «Ciccolini l’ha uccisa perché lui, narcisista ed egocentrico,non sopportava l’affronto di sentirsi dire di ”no” da Lucia», hanno spiegato i giudici della Suprema Corte. E i Bellucci si dicono «totalmente d’accordo,quell’uomo è così pieno di sé che non sopportava di vedersi rifiutato da nostra figlia. Non si è mai pentito, da lui non è mai giunta una parola di scuse. Perdonarlo? Impossibile, per noi, anche solo pensarlo...».
Tuttora rinchiuso in cella a Trento, attraverso l’avvocato Emanuele Fragasso Ciccolini aveva depositato un ricorso di 52 pagine dove si invocava la concessione delle attenuanti generiche «nonostante la gravità del fatto commesso»: quello perpetrato dal penalista veronese, per la difesa, non sarebbe stato un delitto «frutto dell’odio bensì dell’amore, per quanto malato».
Frasi che la famiglia di Lucia non ha mai voluto accettare: «In nessun caso di femminicidio andrebbero concesse le attenuanti. Il vizio di mente invocato dalla difesa? Non c’è nulla di più assurdo visto che stiamo parlando di una persona intelligentissima e lucidissima prima, durante e dopo l’omicidio».
Cosciente al punto «da inviare a Lucia la foto con una lapide e il suo nome impresso sopra, quasi come un presagio di ciò che sarebbe successo». Ai medici, Ciccolini ha spiegato che «era la donna che ho amato di più e volevo solo provocarla, per farle capire quanto tenevo a lei». Invece l’ha assassinata. Con quattro coltellate a quel cuore che non batteva più per lui.