Il processo Il giudice di Bpvi sconfessa la linea del collega su Veneto Banca. Danni, richieste al miliardo Banche, Vicenza ribalta Roma «Intesa non deve risarcire»
Nessuna possibilità di rivalersi su Banca Intesa, ma anche su Bce, Consob e Bankitalia e altri chiamati in causa dalle parti civili, a quota 5mila. La decisione del gup di Vicenza, Roberto Venditti, annulla ogni speranza dei tanti risparmiatori azzerati di chiedere i danni in sede di processo penale anche alla good bank e avere così qualche chance in più di risarcimento. Quella speranza alimentata invece dal gup di Roma nel procedimento «gemello» agli ex vertici di Veneto Banca: Lorenzo Ferri ha infatti autorizzato le parti civili a citare come responsabile civile Banca Intesa, che ha rilevato per un euro le due ex popolari (Veneto Banca e Bpvi appunto) dopo la liquidazione. Il colpo di scena, ieri mattina, con la lettura delle sei pagine di ordinanza già all’inizio dell’udienza preliminare (l’ottava) con imputati l’ex presidente Gianni Zonin, l’ex consigliere di amministrazione Giuseppe Zigliotto, gli ex vicedirettori Emanuele Giustini, Andrea Piazzetta e Paolo Marin, e il dirigente Massimiliano Pellegrini. Sei pagine di ordinanza che ha lasciato spiazzato più di qualche difensore di parte civile, convinto, o meglio speranzoso, che il giudice ricalcasse la linea del collega di Roma, il quale è partito dal presupposto di una sostanziale illegittimità del decreto legge sulla liquidazione delle banche venete e che ritiene che il contratto di cessione non escluda la responsabilità di Intesa nei confronti degli azionisti danneggiati di Veneto Banca.
E invece no. L’unica ad essere chiamata in causa nel processo di Vicenza come responsabile civile è Bpvi in liquidazione. «Il responsabile civile per i fatti contestati agli imputati - scrive Venditti - deve essere individuato nell’istituto di credito al servizio del quale agivano in qualità di amministratori e dipendenti». Insomma, il datore di lavoro risponde per i dipendenti. Nessun’altro. Il ragionamento del gup berico, in soldoni, è questo: ci deve essere una legge che prevede che Intesa risponda in penale, quale responsabile civile, di quanto contestato invece all’autore del fatto illecito. Ma «è esclusa invece la possibilità se la responsabilità per il fatto altrui abbia fonte contrattuale» riporta l’ordinanza. Il contratto è quello di cessione d’azienda stipulato il 26 giugno 2017 tra Bpvi in liquidazione coatta amministrativa e Intesa. «Contratto che – precisa il giudice opera il trasferimento al cessionario (Intesa) di una serie di rapporti giuridici, beni e cespiti, attività e passività, singolarmente elencati, tra i quali non rientrano, e ne sono anzi espressamente esclusi, i debiti derivanti dalla commercializzazione di azioni e obbligazioni subordinate». Quindi non possono passare al cessionario i debiti che non risultano.
Ieri intanto le parti civili hanno depositato un’altra dozzina di richiesta di sequestri conservativi nei confronti degli imputati che portano la cifra complessiva vicina al miliardo di euro. E i legali degli imputati hanno sollevato eccezioni, sulla nullità delle richieste di rinvio a giudizio: perché, anche dopo la chiusura delle indagini preliminari di luglio sarebbe continuata fino a fine anno l’attività della procura, con il deposito di quattro faldoni di atti successivo all’interrogatorio di alcuni imputati, violando così il diritto di difesa. Eccezioni che in aula riguarderanno presto anche la competenza territoriale. Bisognerà invece attendere per la decisione del tribunale civile sulla dichiarazione dello stato d’insolvenza chiesto da alcuni risparmiatori: il giudice Giuseppe Limitone ieri s’è riservato.