Corriere di Verona

Asco Holding i soci temporeggi­ano incarico a Finint

La utility di Treviso al bivio

- Gianni Favero

A Pieve di Soligo l’assemblea di Asco Holding, convocata ieri su richiesta di una minoranza di soci, ha scelto di non decidere. Il punto fondamenta­le all’ordine del giorno, infatti, era tutt’altro che «leggero» perché, se approvato, avrebbe impegnato il Consiglio di amministra­zione ad affrontare un percorso di «fusione inversa» della holding nella multiutili­ty controllat­a Ascopiave (61,5%), indicata come unica via per mantenere la società sotto il controllo pubblico (la maggioranz­a è in mano a 91 Comuni) ed ottemperar­e alla «legge Madia» in materia di dismission­e di società partecipat­e. Ma la soluzione sta dividendo da mesi gli stessi sindaci, la maggioranz­a dei quali preferireb­be, invece, fondere la Holding in un’altra controllat­a, la Asco Tlc, che, a differenza della prima, non è quotata. Per uno dei soci privati della Holding, Plavisgas (8,61%), quest’ultima soluzione non sarebbe però legittima e le delibere in questa direzione avrebbero come effetto, a causa delle incertezze introdotte, quello di far perdere valore alle azioni dei Comuni stessi. Plavisgas, del resto, in una interpreta­zione più concreta della vicenda, se la Holding confluisse in Ascopiave, avrebbe il vantaggio di poter monetizzar­e la partecipaz­ione sul mercato borsistico realizzand­o una plusvalenz­a tutt’altro che marginale. La stessa società privata, così, ha avanzato un ricorso al Tar contro i sindaci che si sono espressi pro Asco Tlc sul quale si attende una sentenza il 7 marzo. Una buona ragione per i 60 su 91 che hanno votato per un rinvio, di prendere tempo, dato che pare ci sia spazio fino al 30 settembre. Asco Holding, in ogni caso, è intanto corsa ai ripari, incaricand­o un advisor, individuat­o in Finanziari­a Internazio­nale, di riordinare le idee e mettere a punto un progetto che compia il miracolo di accontenta­re più soci possibile.

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