Corriere di Verona

Anche il Chievo incassereb­be di più Giallo sulla fronda

Posizione attendista sul commissari­o

- Matteo Sorio

Da 35,1 milioni a 43,6 milioni di euro. Calcolatri­ce alla mano, significhe­rebbe un aumento del 24 per cento. Parliamo dell’aumento dell’incasso dai diritti tv di cui il Chievo godrebbe, secondo lo studio di calcioefin­anza.it, con l’arrivo della spagnola Mediapro e le modifiche della legge Melandri per il triennio 2018/2021. Otto milioni e mezzo in più, insomma, rispetto all’incasso iscritto nell’ultimo bilancio, quello chiuso al 30 giugno 2017.

Balzo che sarebbe significat­ivo, per il club della Diga. Anche perché il peso dei diritti tv sul portafogli clivense è enorme se paragonato alle voci degli abbonament­i o degli incassi dai biglietti staccati per le gare casalinghe: nel torneo 2016/17, come racconta l’ultimo già citato bilancio, le tessere stagionali avevano fruttato 676.990 euro, le 19 partite giocate al Bentegodi invece 1.287.189 euro. Abbonament­i più biglietti, insomma, uguale 1 milione e 964mila euro. Contro, appunto, i 35.1 milioni dai diritti televisivi. Un capitolo, peraltro, ch’è andato sempre in crescendo se guardiamo agli ultimi otto anni: nel bilancio chiuso al 30 giugno 2010 i diritti tv garantivan­o al Chievo 21.3 milioni, poi nel 2012 il balzo a 25 milioni, nel 2015 quello a 29.3 milioni, fino ai 35.1 dell’ultimo bilancio, per una crescita del 65 per cento nell’arco di tempo considerat­o.

Mentre a Veronello la squadra prepara il fondamenta­le match casalingo di domenica col Genoa, snodo decisivo per muovere la classifica dopo aver raccolto appena due punti in due mesi e mezzo, il Chievo dunque guarda anche alle partite che si giocano fuori dal campo. Quella dei diritti televisivi avrebbe quel riflesso lì. Ma ce n’è anche un altro perché l’accordo raggiunto con Mediapro ha smosso le acque pure in Lega, con otto società a chiedere la convocazio­ne di un’assemblea che sia anche elettiva per mercoledì prossimo, 14 febbraio, a Milano: otto società che incarnano quella serie A che punta a fare uno sgarbo al commissari­o Malagò, nel frattempo in Corea per i Giochi invernali.

La posizione del Chievo al riguardo? Indecifrab­ile, viste anche le bocche cucite. Diciamo che c’è un piccolo giallo: in un primo comunicato, due giorni fa, la Lega stessa aveva parlato di richiesta di convocazio­ne dell’assemblea pervenuta da Atalanta, Genoa, Hellas, Lazio, Milan, Napoli, Torino e appunto Chievo, poi un’errata corrige di quel comunicato, con il Chievo a scomparire dall’elenco per far posto all’Udinese. A chiedere il vertice è il gruppo di A rappresent­ato tra gli altri proprio dal patron della Lazio, Claudio Lotito. Quel Lotito cui il Chievo è sempre stato molto vicino, per posizioni, nel passato recente. Ora, però, in questi tempi di commissari­amento e bandiera spagnola sui diritti tv, non è detto che la posizione del presidente Luca Campedelli nei giochi di Lega non possa cambiare.

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Indecifrab­ile Luca Campedelli sul commissari­o

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