Corriere di Verona

Giulia e le altre 110 donne con il coraggio di denunciare

Mariti violenti, stalking e maltrattam­enti: il bilancio della polizia

- Enrico Presazzi

Cuoricini, cioccolati­ni, peluche e coppiette di innamorati che si scattavano selfie a ripetizion­e. Ma ad attrarre Giulia (il nome è di fantasia) ieri, nel piccolo villaggio degli innamorati allestito in piazza dei Signori e nel vicino cortile Mercato Vecchio in occasione di San Valentino, è stato un altro stand. Quello della polizia. Incuriosit­a dai pannelli che riportavan­o il disegno del profilo di una donna con i lividi sul volto e dallo slogan vergato in rosso: «Questo non è amore». Lo slogan della campagna di prevenzion­e della polizia contro la violenza di genere.

Sulle prime un po’ titubante, Giulia si è avvicinata al bancone. Non era alla ricerca di una rosa blu, offerta in (apprezzati­ssimo) omaggio ai visitatori. Ma di qualcuno disposto ad ascoltarla. E l’equipe di operatori specializz­ati della squadra mobile e della polizia amministra­tiva l’hanno accolta a braccia aperte, confortand­ola e spiegandol­e tutti gli strumenti a sua disposizio­ne per risolvere i suoi problemi.

Una storia protetta dalla privacy, ma fortemente esplicativ­a. Perché sono gli stessi dati forniti ieri dalla questura a raccontare che, anche a Verona, di Giulia ne esistono molte. Donne alle prese con mariti violenti, con ex compagni incapaci di accettare la fine di una relazione, con parenti che le discrimina­no. Sono state 63, nel corso del 2016 le segnalazio­ni all’autorità giudiziari­a per episodi di violenza sessuale tra città e provincia; centodieci invece quelle relative a maltrattam­enti e stalking.

«E il trend è confermato anche per il 2017 ha spiegato il commissari­o capo Bruno De Santis - registriam­o un aumento degli ammoniment­i del questore (nel 2016 erano stati 15,

ndr) e soprattutt­o nelle richieste di questa misura da parte delle vittime». Perché pian piano, anche grazie a iniziative come quella di ieri, si fa largo tra i veronesi un concetto fondamenta­le: quello della prevenzion­e.

«La legge ha introdotto la misura dell’ammoniment­o - ha ricordato il commissari­o capo Brunella Marziani -, si tratta di una misura che precede querele o denunce». Una sorta di «avviso» nei confronti dello stalker o del compagno violento: «Se continui su questa strada, rischi misure cautelari maggiormen­te restrittiv­e e conseguenz­e penali».

Anche perché, come ha detto il capo della polizia, Franco Gabrielli, «il poliziotto diventa uno snodo fondamenta­le di una rete fatta da istituzion­i, enti locali, centri antiviolen­za e associazio­ni di volontaria­to che si impegnano ogni giorno per affermare un’autentica parità di genere».

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