Giulia e le altre 110 donne con il coraggio di denunciare
Mariti violenti, stalking e maltrattamenti: il bilancio della polizia
Cuoricini, cioccolatini, peluche e coppiette di innamorati che si scattavano selfie a ripetizione. Ma ad attrarre Giulia (il nome è di fantasia) ieri, nel piccolo villaggio degli innamorati allestito in piazza dei Signori e nel vicino cortile Mercato Vecchio in occasione di San Valentino, è stato un altro stand. Quello della polizia. Incuriosita dai pannelli che riportavano il disegno del profilo di una donna con i lividi sul volto e dallo slogan vergato in rosso: «Questo non è amore». Lo slogan della campagna di prevenzione della polizia contro la violenza di genere.
Sulle prime un po’ titubante, Giulia si è avvicinata al bancone. Non era alla ricerca di una rosa blu, offerta in (apprezzatissimo) omaggio ai visitatori. Ma di qualcuno disposto ad ascoltarla. E l’equipe di operatori specializzati della squadra mobile e della polizia amministrativa l’hanno accolta a braccia aperte, confortandola e spiegandole tutti gli strumenti a sua disposizione per risolvere i suoi problemi.
Una storia protetta dalla privacy, ma fortemente esplicativa. Perché sono gli stessi dati forniti ieri dalla questura a raccontare che, anche a Verona, di Giulia ne esistono molte. Donne alle prese con mariti violenti, con ex compagni incapaci di accettare la fine di una relazione, con parenti che le discriminano. Sono state 63, nel corso del 2016 le segnalazioni all’autorità giudiziaria per episodi di violenza sessuale tra città e provincia; centodieci invece quelle relative a maltrattamenti e stalking.
«E il trend è confermato anche per il 2017 ha spiegato il commissario capo Bruno De Santis - registriamo un aumento degli ammonimenti del questore (nel 2016 erano stati 15,
ndr) e soprattutto nelle richieste di questa misura da parte delle vittime». Perché pian piano, anche grazie a iniziative come quella di ieri, si fa largo tra i veronesi un concetto fondamentale: quello della prevenzione.
«La legge ha introdotto la misura dell’ammonimento - ha ricordato il commissario capo Brunella Marziani -, si tratta di una misura che precede querele o denunce». Una sorta di «avviso» nei confronti dello stalker o del compagno violento: «Se continui su questa strada, rischi misure cautelari maggiormente restrittive e conseguenze penali».
Anche perché, come ha detto il capo della polizia, Franco Gabrielli, «il poliziotto diventa uno snodo fondamentale di una rete fatta da istituzioni, enti locali, centri antiviolenza e associazioni di volontariato che si impegnano ogni giorno per affermare un’autentica parità di genere».