Il dolore delle donne palestinesi e il ruolo della madre di Gesù
Una riflessione sulla religione e sulle tensioni tra cristianesimo e islam. È su questo (delicato) tema che si concentra l’attesissimo spettacolo «Maryam» di Luca Doninelli, proposto domani (inizio alle 20.45) al Camploy dal Teatro delle Albe-Ravenna Teatro, in collaborazione col Teatro degli Incamminati. Ne è protagonista Ermanna Montanari che firma anche regia e costumi a quattro mani con Marco Martinelli su musiche di Luigi Ceccarelli.
È il quinto appuntamento organizzato al Teatro Camploy, nell’ambito della rassegna L’Altro Teatro. Lo spettacolo è in quattro movimenti: Preghiera di Zeinab, Preghiera di Intisar, Preghiera di Douha e Maryam. Quest’ultima è Maria, la madre di Gesù nel Corano e racconta come la sua figura sia centrale nella cultura islamica.
In tempi di terrorismi e di ferocia, Maryam si pone come la «donna dell’incontro», un ponte tra cristianesimo, islam e cultura contemporanea. Ermanna Montanari dà voce a tre donne palestinesi che condividono con Maria il dolore per la morte dei figli e dei fratelli dovute all’ingiustizia e agli orrori del mondo. Madri che si rivolgono a lei per chiedere consolazione, o per gridare la propria rabbia, per reclamare vendetta, o semplicemente per invocare una risposta al perché della guerra e della violenza. La invocano, ed è infine Maryam stessa ad apparire e a condividere, madre tra le madri, il dolore di quelle donne.