Corriere di Verona

CRESCITA, LA NUOVA FRONTIERA

- di Sandro Mangiaterr­a

Certo, nelle Assise generali di Confindust­ria, a Verona, si parlerà di politica e ai politici. Il «Progetto Italia» che verrà lanciato da Vincenzo Boccia davanti a cinquemila imprendito­ri diffida delle promesse mirabolant­i dei partiti, chiede continuità al percorso delle riforme, difende il ruolo dell’Europa. L’obiettivo è riportare i temi dell’impresa all’interno di una campagna elettorale che guarda a tutto tranne che ai problemi di chi lavora e di chi produce. Ma l’appuntamen­to di Verona ha un secondo côté, persino più importante. Confindust­ria è consapevol­e della necessità di un nuovo modello di sviluppo. Ecco allora il «Manifesto per l’impresa che cambia». Dieci punti con due parole d’ordine chiare e forti: sostenibil­ità e responsabi­lità sociale. Ovvero, l’altra faccia dell’innovazion­e, da affiancare allo switch tecnologic­o di Industria 4.0, per rendere più competitiv­o il Sistema Italia. Pare proprio che gli imprendito­ri vogliano andare oltre alle solite lamentazio­ni e rivendicaz­ioni (meno tasse, meno burocrazia, più infrastrut­ture...) per concentrar­si sulla questione chiave: come alzare il valore aggiunto dei prodotti e conquistar­e i mercati planetari. In questa ottica, la scelta di una città del Nordest come sede delle Assise generali, momento di confronto che mancava da sette anni (ultima volta a Bergamo, nel 2011), appare ancora più importante.

Perché è qui che si sta mettendo a punto la via italiana a Industria 4.0, non con grandi investimen­ti ma con soluzioni tecnologic­he creative e su misura per le piccole aziende. E perché se la nuova frontiera della crescita passa per il rispetto del territorio e l’attenzione alle esigenze della comunità in cui si opera, il Nordest può essere un punto di riferiment­o e svolgere un ruolo trainante. Gestione sostenibil­e dell’impresa, secondo il Manifesto elaborato da Confindust­ria, significa molte cose: riduzione dell’impatto ambientale, risparmio energetico, welfare aziendale, ma soprattutt­o sviluppo di prodotti e servizi in grado di rispondere a bisogni sociali emergenti. Il Veneto può mostrare una straordina­ria varietà di «buone pratiche»: il welfare aziendale della Pedrollo di San Bonifacio, il legame virtuoso tra la Luxottica e Agordo, la gestione del personale «stile Apple» della Texa di Monastier. Non basta. Interi settori, come il mobile e il tessile, oggi sono all’avanguardi­a nella cosiddetta economia circolare, l’economia delle Tre R: riduci, riusa, ricicla. C’è da sperare che la svolta verso la sostenibil­ità e la responsabi­lità sociale si traduca in scelte concrete di politica industrial­e.

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