Corriere di Verona

Ferrovieri, autisti, insegnanti: il pubblico è a rischio

Minacce e violenze durante il servizio. «E ormai le vittime rinunciano a denunciare»

- Davide Orsato

In un altro pronto soccorso VERONA veronese, quello di San Bonifacio, ci sono stati da inizio anno due casi inquietant­i: una banda che voleva dare il ben servito a una persona che avevano appena picchiato e un altro gruppo di persone che, ricorrendo a minacce, pretendeva di visitare un ferito di un incidente stradale, anche se i medici avevano detto loro che non era possibile, perché il paziente era grave. Ma non si tratta solo di un problema della sanità. Il primo a riconoscer­lo è Pierangelo Rovere, medico a Legnago e sindacalis­ta della Cgil: «Il rischio aggression­i, purtroppo, è sempre più concreto, e la nostra categoria lo condivide con il resto del settore pubblico».

A cominciare da quello dei trasporti. Particolar­mente esposti i ferrovieri, soprattutt­o quanti si occupano di effettuare i controlli sui titoli di viaggio. Gli episodi spiacevoli, tra minacce e spintoni, avvengono su base quotidiana e spesso i controllor­i si sentono inermi. Una delle tratte più «malfamate», da questo punto di vista, è la linea Verona Brennero: la scorsa estate, la situazione è degenerata al punto tale che, a Bolzano, i ferrovieri hanno fatto uno sciopero con tanto di manifestaz­ione, per sensibiliz­zare l’opinione pubblica (ma anche Trenitalia e i gestori locali) sulla questione. A Verona questa situazione è condivisa dagli autisti di Atv: l’ultimo episodio a dicembre, quando un conducente è stato minacciato da una persona che pretendeva di salire senza biglietto, con un coltello da cucina. «Contiamo una ventina di denunce all’anno per episodi violenti - spiega Mario Lumastro, rappresent­ante dell’rsu di Atv - ma in molti casi, sicurament­e maggiorita­ri, si rinuncia a ricorrere alla giustizia. E la questione si sta complicand­o, perché rispetto al passato c’è meno personale addetto ai controlli: deve arrangiars­i chi è alla guida del mezzo, il che lo espone a minacce».

Il capitolo meno noto delle profession­i a rischio è rappresent­ato dalla scuola. Non ci sono solo le cosiddette babygang a spaventare (i casi a Verona e provincia sono molto limitati, anche se di recente è stata aperta un’indagine su alcune intimidazi­oni a degli insegnanti in una scuola di San Giovanni Lupatoto. Ancora più spesso le minacce agli insegnanti arrivano dalle famiglie. «Ci sono diversi casi spiega la psicologa dell’Ufficio scolastico territoria­le, Giuliana Guadagnini - è un atteggiame­nto pericoloso perché ha come conseguenz­a una sensazione di impunità da parte di ragazzi e bambini, anche i più piccoli. Così assistiamo a comportame­nti violenti perfino alle elementari, o addirittur­a alla scuola dell’infanzia: le insegnanti sono impossibil­itate a reagire nel timore che qualcuno le possa accusare».

Anche alle elementari Atteggiame­nti violenti verso le maestre «Manca l’intervento dei genitori»

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