Borrelli, silenzio e tattica L’ex compagno della rete «Giovedì un incontro» Colomban si smarca subito
Il giorno in cui David Borrelli si deciderà, se lo farà, a rispondere a tutte le chiamate e ai messaggi che gli sono piovuti sul cellulare dalla sera di martedì, con tutta probabilità gli si fonderanno un paio di batterie. «Non mi risponde al telefono», è il ritornello che si sente ripetere da Di Maio in giù. Lo dice anche Massimo Colomban, l’industriale trevigiano ed ex assessore a tempo nella giunta pentastellata di Roma, sebbene stiano proliferando ovunque le ricostruzioni giornalistiche che indicano proprio nelle organizzazioni di imprenditori a lui vicine (Confapri e ReteSI, cioè Salviamo l’Italia) la base da cui Borrelli vorrebbe partire nella costruzione del suo nuovo movimento: «Non so cosa abbia in mente David - affermava ieri pomeriggio Colomban, che lo conosce assai bene - perché ha il telefono spento. Posso solo aggiungere che si è sempre dato da fare per le nostre imprese, oltre che per i risparmiatori truffati».
A distanza di qualche ora, però, ecco che Colomban si rifà vivo con una minacciosa precisazione: «Mai e poi mai ho intrattenuto o favorito affari, nè lo hanno fatto Confapri e ReteSI, con aziende associate o con l’onorevole Borrelli. Ho incaricato i miei legali di agire contro quanti hanno diffuso o diffonderanno le false notizie di questo genere che stanno uscendo sui media. Curiosamente, vengo attaccato proprio contemporaneamente all’uscita di una mia intervista sul Corriere relativa all’esperienza come assessore a Roma».
Già, l’intervista data a Stefano Lorenzetto: mazzate, non semplici dichiarazioni, su Grillo «comunista alla Maduro», sulla Raggi «stakanovista ambiziosissima», su Di Maio che ha «le idee giuste ma è circondato da troppi pasdaran». Difficile che, dal Movimento, gliela facessero passare liscia. «Siamo in democrazia e ognuno ha diritto a dire la propria opinione gli concede Gianni Girotto, senatore pentastellato di Treviso -, Colomban è stato in sinergia e condivisione profonda con il nostro movimento, evidentemente qualcosa è cambiato». Ma sarà soltanto una coincidenza temporale se a distanza di un giorno Colomban esce con quell’intervista e Borrelli esce del tutto, annunciando la costituzione di un nuovo partito? Ancora Girotto: «L’ha detto lei, chiunque sa fare due più due. Tra l’altro, siamo a meno di tre settimane dalle elezioni e questa non è una coincidenza semplice, è una coincidenzona... Non sono tra quelli che vedono la malafede dappertutto ma che le uscite siano avvenute con questa tempistica, come minimo, ci autorizza ad avere qualche sospetto».
Ma alla fine è plausibile che Borrelli riparta dalla rete che fu di Salviamo l’Italia nella costruzione del nuovo movimento? Aladino Larin, padovano, presidente di Sos Economia che di quella rete faceva parte, la vede così: «Secondo me sì, il ragionamento mi pare più che probabile. Se succederà, penso che partirà da lì. Adesso è prematuro parlarne, ma c’è tanto materiale umano fuoriuscito dai 5 Stelle in questi anni e non solo. Mi pare un fatto più che possibile e penso che ci potrebbero essere delle cose a breve. Non ho ancora elementi sicuri precisa Larin - però giovedì prossimo incontrerò delle persone vicine a Borrelli. Allora immagino di poterne sapere di più».
William Beozzo, imprenditore della Farm e presidente per Bassano di Apindustria, aggiunge questa riflessione: «Borrelli ha sempre collaborato con il mondo dell’impresa, ha portato in Europa il tema della robotica in azienda. Comunque sia, da qui a marzo ci aspettiamo altre novità. Se Borelli mi chiamasse? Ascolteremo e vedremo, è quello che dobbiamo fare, ma è ancora prematuro dire cosa faremo». Infine, ecco Alfredo Bellucco di Confedercontribuenti: «Io e Borrelli eravamo insieme a Milano, con Colomban e Casaleggio, il 18 dicembre 2012, con altre trenta associazioni. Ma David l’ho visto l’ultima volta, nel mio studio, il 9 luglio 2015». Allora, rispondeva ancora al telefono.