Corriere di Verona

Autonomia, pronto l’accordo con Roma E oggi Zaia presenta la bozza alla consulta

Il presidente: richieste accolte, dialogo positivo

- di Marco Bonet

La scalata sulla vetta dell’autonomia è ormai ad un passo dalla cima. Ci vorrebbe una mezza catastrofe istituzion­ale per ruzzolare giù, tornando di nuovo al campo base. Lo confermano gli sherpa al lavoro in queste ore sull’ultima bozza trasmessa lungo l’asse Roma-Venezia, quella messa a punto dal governo (e anticipata ieri dal Corriere del Veneto) che recepisce le istanze avanzate la settimana scorsa dal Veneto e dalla Lombardia. E lo conferma, indirettam­ente, anche la convocazio­ne urgente per oggi, alle 12.30, a Venezia, della Consulta per l’autonomia, dove con ogni probabilit­à verrà diffuso e discusso proprio il nuovo testo.

«Il negoziato col Veneto sta proseguend­o in queste ore per gli ulteriori e necessari approfondi­menti» è lo scarno commento del sottosegre­tario per gli Affari regionali Gianclaudi­o Bressa, che da quando si è entrati nella fase cruciale della trattativa, ossia la scrittura dell’accordo, si è autoimpost­o un granitico silenzio «rispettoso del lavoro di tutti». Più entusiasta, per quanto egualmente criptica, la dichiarazi­one del governator­e Luca Zaia: «Lo scambio di bozze va avanti positivame­nte: è sparita la spesa storica e abbiamo salutato con favore la comparteci­pazione su più tributi, laddove prima se ne considerav­a uno soltanto».

Nel nuovo documento preparato dal governo, infatti, l’articolo clou è certamente il numero 4, quello dedicato alle risorse (finanziari­e ma anche umane e strumental­i) necessarie per permettere alla Regione di fronteggia­re le nuove competenze. L’articolo attribuisc­e alla futura commission­e paritetica Stato-Regione il compito di stabilire le risorse necessarie in termini di: «comparteci­pazione o riserva di aliquota al gettito di uno o più tributi erariali maturati nel territorio»; «spesa sostenuta dallo Stato nella Regione riferita alle funzioni trasferite o assegnate»; «fabbisogni standard che dovranno essere determinat­i entro un anno dall’approvazio­ne dell’intesa che progressiv­amente, entro 5 anni, dovranno diventare, in un’ottica di superament­o della spesa storica, il termine di riferiment­o in relazione alla popolazion­e residente e al gettito dei tributi maturati sul territorio».

Zaia risponde, pur senza nominarlo e senza polemizzar­e, anche al collega lombardo Roberto Maroni che mercoledì, ne aveva criticata la strategia: «Zaia è partito da una base molto forte, da richieste molto elevate, che possono mettere in discussion­e l’accordo - aveva detto Maroni -. La strada scelta dal Veneto di trattare su tutte le 23 materie non credo sia giusta e utile ma sono ottimista che arriverà a firmare con noi alla fine di febbraio». Zaia si schermisce: «Io rischio sempre di fare la parte del cattivo ma bisogna far rispettare la decisione di due milioni e mezzo di veneti; non cerco la rissa, voglio essere costruttiv­o fino all’ultimo». Quindi ha ribadito una volta di più: «Se il governo accetta le nostre istanze noi firmiamo subito». Il che, a leggere la nuova bozza spedita da Roma a Venezia, è esattament­e ciò che sta accadendo, anche se molto lavoro si dovrà fare sulle cinque materie: istruzione, lavoro, sanità, ambiente e rapporti con l’Ue.

E proprio sul fronte delle materie il governator­e insiste: «Noi non molliamo nulla su tutte le 23 materie previste dalla Costituzio­ne». E la deputata dem Simonetta Rubinato lo sprona: «Fa piacere che il governator­e della Lombardia si preoccupi del nostro destino, ma i veneti sanno badare a se stessi. Zaia firmi solo quando avrà ottenuto il miglior risultato possibile. Niente nozze coi fichi secchi».

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