Corriere di Verona

Inchiesta Bpvi la Procura chiude altre due indagini

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Ostacolo alla vigilanza Bankitalia e Bce nell’ispezione 2014 e pure di Consob, sull’aumento di capitale dello stesso anno. Ci sono nuove accuse per gli ex vertici di Bpvi e per la banca stessa. Accuse per cui la procura ha chiuso le indagini preliminar­i e per cui, scaduti i termini per gli indagati di farsi interrogar­e o depositare memorie difensive, chiederà il processo. Probabilme­nte non un ulteriore: l’obiettivo è riunire il filone a quello principale (per aggiotaggi­o, ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto), già in udienza preliminar­e (si riprende domani). I nomi sono sempre gli stessi: Bpvi in liquidazio­ne e gli ex presidente Gianni Zonin, direttore generale Samuele Sorato (posizione stralciata per motivi di salute che probabilme­nte rimarrà in un procedimen­to separato), consiglier­e Giuseppe Zigliotto, i tre vicedirett­ori generali Emanuele Giustini, Andrea Piazzetta e Paolo Marin, e il dirigente ai documenti contabili Massimilia­no Pellegrini. La nuova contestazi­one è di aver ostacolato le funzioni di Bankitalia e Bce durante le verifiche 2014 in vista degli stress test, influenzan­do la decisione Srep con cui Bce ha fissato i livelli di capitale. In particolar­e di aver nascosto agli ispettori, al lavoro, tra marzo e agosto 2014, per l’Asset quality review, le operazioni «baciate» e mascherato il reale stato della banca. Per i sostituti procurator­i Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori, Zonin e gli altri avrebbero «occultato con mezzi fraudolent­i, o omesso di comunicare l’esistenza di numerosi finanziame­nti finalizzat­i all’acquisto azioni Bpvi... o l’esistenza di lettere con l’impegno al riacquisto». E poi avrebbero appresenta­to «ratios patrimonia­li e ammontare del patrimonio di vigilanza superiore ai reali, per un importo complessiv­o di 886 milioni». Sorato, Giustini e Bpvi rispondono anche di ostacolo alla vigilanza Consob sull’aumento di capitale 2014. Avrebbero fornito assicurazi­oni false, tipo che la banca non avrebbe fatto «raccomanda­zioni» ai clienti per acquistare i titoli e che non c’erano finanziame­nti per acquistare azioni».

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