Fibrillazione atriale, 16mila veronesi a rischio ictus
Sedicimila VERONA veronesi potrebbero essere a rischio ictus. È la stima che arriva dai farmacisti, che tra maggio e dicembre 2016 hanno svolto il primo screening in provincia per valutare l’incidenza della fibrillazione atriale nella fascia di popolazione che supera i cinquant’anni. Una campagna che ha coinvolto oltre tremila soggetti (3.008, per la precisione) che si sono sottoposti al test in 74 farmacie. Tra di loro, 55 persone sono risultate essere affette dalla sindrome, a seguito di un test che ha previsto di una serie di rilevazioni sulla pressione. Il numero, a prima vista può sembrare contenuto: «solo» l’1,8% del totale. Ma il dato, proiettato sull’intera popolazione veronese, ne fa stimare una cifra ben più ampia. Una situazione che per i farmacisti va segnalata, perché la fibrillazione atriale, benché sintomatica, porta ad un alto rischio trombosi: chi ne è soggetto dovrebbe ricorrere al più presto a una terapia. «La fibrillazione atriale spiega Pietro Minuz, primario di Medicina Generale indirizzata allo studio e alla diagnostica della malattia ipertensiva dell’azienda ospedaliera . può dare pochi sintomi, di conseguenza molti dei soggetti che presentano questa comune forma di aritmia cardiaca senza averne consapevolezza sono a rischio di ictus ischemico. Finalità dell’indagine è stato ottenere dati epidemiologici relativi alla prevalenza di fibrillazione atriale, rilevare casi non precedentemente identificati e promuovere la conoscenza circa i fattori di rischio. I risultati dell’indagine indicano che lo screening occasionale della fibrillazione atriale può essere efficacemente condotto nelle farmacie e potrebbe essere utilizzato su larga scala».