Corriere di Verona

Guardini, il «maestro» di Ratzinger

Un convegno alle Stimate ricorda il teologo veronese a cinquant’anni dalla morte

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Fu il maestro di tutta la generazion­e «post conciliare» della Chiesa cattolica tedesca, non ultimo di papa Benedetto XVI. Trapiantat­o in Germania ma nato a Verona, a due passi da piazza Bra, «nelle vicinanze dell’Arena, il cui possente ovale ci ricorda la nostra continuità con l’antichità classica», come amava ripetere. Ora, Romano Guardini è in odore di beatificaz­ione. E lo studio teologico San Zeno (la facoltà universita­ria del seminario diocesano) gli dedicherà un convegno. L’appuntamen­to è per martedì alle 18: interverra­nno due tra i massimi studiosi del pensiero di Guardini: Silvano Zucal, docente di filosofia all’Università di Trento, che parlerà sul tema: «Romano Guardini: un ethos per l’Europa», e Ilario Bertoletti curatore dell’opera omnia edita da Morcellian­a.

Prima del convegno, alle 17, ci sarà anche una cerimonia nella chiesa di San Nicolò in Arena, dove Guardini fu battezzato. La storia di don Romano è quella di un italiano finito in Germania per caso: lì si era trasferita la famiglia, dopo che il padre aveva ottenuto l’incarico di console. Laureatosi in teologia a Friburgo, diventò sacerdote ed ottenne la cattedra di «filosofia della religione» all’ Università di Berlino.Finché, durante il nazismo, non gli venne revocato l’insegnamen­to. Nel 1945 ottiene la cattedra dell’università di Tubinga e nel 1948 quella di Monaco di Baviera dove muore il primo del 1968.

«Fu una figura poliedrica racconta don Gianattili­o Bonifacio, direttore dello Studio teologico San Zeno di Verona - coniugò il suo pensiero filosofico e teologico con i temi dell’etica, della politica,della letteratur­a e dell’arte. Docente universita­rio lavorò a lungo con i giovani, anticipand­o in alcuni aspetti, come la liturgia, le intuizioni del Concilio Vaticano II.

Durante gli anni del nazismo si distinse per la sua resistenza culturale: «Significat­iva, da questo punto di vista - prosegue Bonifacio - la testimonia­nza dei ragazzi della Rosa Bianca condannati a morte dai nazisti, che avevano trovato nel professore veronese un luminoso punto di riferiment­o per la loro lotta pacifica e non violenta».

«Il nostro compito - ricordava Guardini - deve essere unicamente quello di diventare pienamente umani». Il suo legame con Verona e con Isola vicentina dove la sua famiglia, rientrata dalla Germania, era andata ad abitare nel 1919, è sempre stato intenso. Nel 1956 l’allora sindaco di Verona Giorgio Zanotto gli conferì la cittadinan­za onoraria. Tra i suoi grandi estimatori, anche papa Bergoglio, che l’ha citato a più riprese nelle encicliche. Il 16 dicembre del 2017 nella cattedrale di Monaco di Baviera il cardinale Reinhard Marx ha avviato solennemen­te il processo per la sua beatificaz­ione.

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Testimonia­nza La targa in via Leoncino che ricorda Romano Guardini, il teologo nato a Verona nel 1885. Operò tutta la sua vita in Germania, dove fu docente a Friburgo

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