Arsenale, la vittoria di Sboarina
Il Tar dà ragione al Comune, respinto il ricorso di Italiana Costruzioni per il project financing
Il Tar del Veneto ha dato ragione al Comune di Verona, respingendo il ricorso di Italiana Costruzioni contro l’affossamento del project financing per il restauro dell’Arsenale. «Evidentemente, i dilettanti allo sbaraglio non eravamo noi, ma altri…», commenta il sindaco Federico Sboarina, quasi emozionato. Ieri ha chiamato attorno a sé la presidente della Commissione Arsenale, Paola Bressan, e il capo dell’ufficio legale, Giovanni Caineri, per sbandierare la sentenza che lo vede stravincere una battaglia che lui stesso definisce «difficilissima».
VERONA« Evidentemente, i dilettanti allo sbaraglio non eravamo noi, ma altri …». Il sindaco Federico Sboarina è decisamente felice, quasi emozionato. Ha chiamato attorno a sé tutti i capigruppo della maggioranza, oltre all’assessore all’Urbanistica Ilaria Segala, alla presidente della Commissione Arsenale, Paola Bressan, e al capo dell’ufficio legale, Giovanni Caineri, e sbandiera la sentenza che lo vede stravincere una battaglia che lui stesso definisce «difficilissima».
Il Tar del Veneto ha infatti dato ragione al Comune di Verona, respingendo il ricorso di Italiana Costruzioni contro l’affossamento del project financing per il restauro dell’Arsenale. Come si ricorderà, la giunta Tosi aveva varato un’apposita Variante Urbanistica per rendere attuabile quel progetto. La giunta Sboarina aveva invece revocato quella variante, affossando tutto. L’impresa aveva fatto ricorso al Tar. Che ora si è espresso a favore dell’operato del sindaco in carica. E lo stesso Sboarina ammette che, pur essendo avvocato, raramente aveva letto sentenze con aggettivi così favorevoli a una delle parti in causa.
La sentenza, dopo avere ripercorso la vicenda, spiega perché il comportamento della giunta Sboarina è stato legittimo ed anche «ragionevole». Il Tar ricorda che in un project financing, anche dopo che ne sia stata dichiarata la pubblica utilità (come aveva fatto la giunta Tosi) l’ Amministrazione mantiene una piena« discrezionalità amministrativa» nel decide rese andare avanti o meno col progetto.
I giudici sottolineano inoltre che Italiana Costruzioni si era assunta consapevolmente il rischio che la sua proposta non venisse poi realizzata.
Per questo motivo, l’abbandono del progetto non dà diritto «ad alcuna pretesa risarcitoria e nemmeno indennitaria». Più specificamente, il Tar afferma che va considerato «insito nella posizione del promotore il rischio economico della redazione e di una mancata realizzazione del progetto presentato».
Tradotto in parole povere: a Italiana Costruzioni non spettano né risarcimenti per i mancati guadagni e neppure quell’indennizzo per le spese di redazione del progetto, che pure la stessa Amministrazione Sboarina aveva preventivato di dover probabilmente pagare, per una cifra di circa 800 mila euro. Con toni che, come abbiamo detto, lo stesso sindaco Sboarina ha definito inusuali, la sentenza spiega poi che «del tutto ragionevolmente il Comune di Verona ha tenuto di impegnare i 14 milioni di euro destinati all’Arsenale (quelli che la giunta Tosi aveva destinato a contributo comunale per il progetto, ndr) per altre opere (come la conservazione dell’Arena e la sistemazione di strade) rivelatesi più urgenti e di almeno pari interesse pubblico».
Sboarina finisce di rileggere quel testo, e torna col pensiero a questi lunghissimi mesi di attesa. Ricorda come questa battaglia l’abbia iniziata lui, da solo, tre giorni dopo il suo insediamento a Palazzo Barbieri, «quando non esisteva neppure la giunta». E chiede che gli si lasci «palesare una particolare soddisfazione», frase su cui scatta l’applauso di tutti i capigruppo.
Partono i ringraziamenti di rito (ai tecnici, all’avvocato Caineri, agli assessori, al Comitato Arsenale guidato da Italo Monaco) con un accenno particolare a «tutti i consiglieri comunali che hanno votato la delibera, nei giorni in cui piovevano su di loro messaggi che cercavano di incutere soggezione, paventando che avrebbero dovuto pagare di persona eventuali indennizzi. Al contrario, non provo nessuna stima per chi aveva detto che la delibera non andava bene ma poi era scappato a gambe levate dal consiglio comunale (e il riferimento è ai consiglieri tosiani, che erano usciti dall’aula per non votare quella delibera, ndr)».
Poi stop alle polemiche. È tempo di festeggiare. E di pensare al futuro.