Corriere di Verona

Giaccherin­i e Inglese, il Chievo ritrova il sorriso

Ritorno alla vittoria dopo tre mesi con le perle di Giaccherin­i e Inglese Il Cagliari riapre la gara con Pavoletti, Sorrentino decisivo nel finale. Tre punti d’oro

- Matteo Sorio

Per rialzarsi, da una crisi, servono punti d’appoggio. E la vittoria di ieri al Bentegodi, grattata via col fiatone della paura sul collo, con la fatica di chi è ancora lontano dalla miglior versione di sé, a questa vittoria presa con merito testardo, a questa vittoria sigillata da due meraviglie di Giaccherin­i e Inglese, il Chievo ci si può appoggiare. Tre punti d’oro: il successo mancava da tre mesi.

Per rialzarsi, da una VERONA crisi, servono punti d’appoggio. E a questa vittoria grattata via col fiatone della paura sul collo, con la fatica di chi è ancora lontano dalla miglior versione di sé, a questa vittoria presa con merito testardo, a questa vittoria sigillata da due meraviglie di Giaccherin­i e Inglese, il Chievo ci si può appoggiare. La classifica si muove, non un passettino, ma un passo vero: da 22 a 25 punti, bottino pieno, l’ultima volta distava quasi tre mesi, 25 novembre scorso, il 2-1 sulla Spal. Stesso risultato, dieci partite, due pari e otto sconfitte dopo. In una partita tutta intricata. Che il Chievo risolve crescendo alla lunga, mostrando volontà, cattiveria superiore al Cagliari.

Col 4-3-1-2, Maran. Torna dal 1’ Castro. Con Inglese, davanti, Pucciarell­i. Dietro di loro, Birsa. I tre gioielli, CastroBirs­a-Inglese, insieme dall’inizio, a 90 giorni dall’ultima volta. Non è una scossa vibrante. Resta nel guscio che abita da settimane, Birsa. Strappa raramente, Castro, che, va detto, è inevitabil­mente indietro di forma. E allora poco ritmo, tanti lanci, palle alte, pochi scambi veloci, a terra. Al Cagliari, stretto nel 35-2 e in una colpevole inerzia, orfano del metronomo Cigarini, coperto ai lati, dapprima va bene anche così. Prima parata: di Sorrentino, al 34’, su Ionita. Ben più difficile, quella di Cragno, su corner di Birsa e inzuccata d’Inglese, un film visto spesso, altre volte premiato. Vicino all’1-0, il Chievo, ci va così. Un lampo nella semioscuri­tà. Che trova luce nella ripresa. Quando il Chievo aumenta i giri. Certo, la stasi è dura da rompere. Allora una mossa: Meggiorini per Pucciarell­i (inoffensiv­o). Il pallino è sempre clivense. Il Cagliari, preoccupat­o di difendersi. Tutto quel possesso palla non genera grossi affondi però il Chievo ci insiste sopra, alzando spesso Gobbi, cercando di lavorare i sardi ai fianchi. Ci vuole ancora Inglese, per disturbare Cragno: bel lavoro di Hetemaj, cross, girata, il n.1 sardo vola e sventa. Quando l’orologio dice 70’, Maran toglie Birsa e prova Giaccherin­i trequartis­ta. È l’idea giusta. Che rovescia il banco. Perché Giaccherin­i si guadagna una punizione che, poi, batte da campione, condannand­o Cragno, andandosi a tuffare verso la panchina e Maran, liberando il gruppo dai demoni. E perché lo stesso Giaccherin­i lancia Inglese verso il suo capolavoro, fuga, finta a liberarsi di due difensori e destro a giro: il suo ottavo gol stagionale, uno dei più belli in gialloblù. Entra ossigeno nella stanza. Entra, giusto per ricordare che non c’è niente di facile, anche l’incornata di Pavoletti, bravissimo a beffare Bani. Tutta fatica in più. Tanto che, sul gong, serve Sorrentino, versione Santo Stefano: contropied­e, Pavoletti gira a un passo dalla porta, lui dice no. Sarebbe stato, il 2-2, una condanna ingiusta. Il Chievo, aspettando che tornino al top tutti i recuperati (Castro, Inglese), vince e convince per spirito. E per uscire dalla crisi, è un buon punto d’appoggio.

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 ??  ?? Palombella Una parabola magistrale, quella della punizione con cui Emanuele Giaccherin­i porta in vantaggio il Chievo contro il Cagliari
Palombella Una parabola magistrale, quella della punizione con cui Emanuele Giaccherin­i porta in vantaggio il Chievo contro il Cagliari

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