Corriere di Verona

Orgoglio Pd sulle infrastrut­ture «La pensiamo come Bauli»

Dall’Alta velocità alla logistica, i deputati rivendican­o i risultati

- A.C.

«Siamo rimasti particolar­mente colpiti dall’intervento del presidente Bauli, che ha ribadito la centralità di Verona all’interno di un progetto infrastrut­turale europeo che è sempre stato al centro della nostra azione politica». Gianni Dal Moro rivendica, assieme ai colleghi deputati del Partito democratic­o Diego Zardini e Vincenzo D’Arienzo (con loro anche il candidato al Senato Maurizio Facincani) l’impegno e i risultati del partito e dei governi da questo sostenuti sul fronte delle infrastrut­ture. Dall’alta velocità ferroviari­a, con gli stanziamen­ti (non ancora, però i cantieri) per la BresciaVer­ona e la Verona-Padova, alla logistica: i 40 milioni al Quadrante Europa per prolungare i binari fino ad accogliere treni lunghi fino a un chilometro, il via libera al nuovo interporto di Isola della Scala inserito, assieme alla strada mediana e alla sistemazio­ne del casello di Verona, nel piano finanziari­o della concession­e per la gestione dell’autostrada A 22, su richiesta proprio del Pd veronese. E poi la decisione del governo Renzi di riesaminar­e la progettazi­one del collegamen­to ferroviari­o tra stazione Porta Nuova e Catullo, gli interventi sul tratto ferroviari­o Verona-Rovigo (tra i peggiori d’Italia) in particolar­e con un nuovo apparato centrale computeriz­zato telecomand­abile da remoto nella stazione di Legnago. Per finire la 434 Transpoles­ana, con gli investimen­ti per la manutenzio­ne stradale. Nota dolente, invece, la statale 12 dove «la confusione alimentata dalle diversità di vedute tra Comune di Verona e Regione Veneto, in particolar­e sulla progettazi­one dell’opera e sulle scelte relative alle opere compensati­ve dell’insediamen­to Ikea a Verona, non hanno consentito alcune azione funzionale alla destinazio­ne di risorse per la realizzazi­one della variante Buttapietr­a-Verona», recita una nota del Pd. E a tal proposito, Zardini spiega: «Eravamo riusciti a strappare la disponibil­ità a finanziare i cantieri per il 2018, ma non abbiamo ancora il progetto preliminar­e e la Provincia, secondo noi sbagliando, ha archiviato la Via invece di prorogare i termini: è stata un’occasione sprecata».

Di occasioni da non sprecare ce ne sono altre. D’Arienzo cita «la possibilit­à di realizzare un piccolo interporto al Cason per le merci marittime, ed è un impegno che ci possiamo assumere». Dal Moro si concentra invece sul 2026, quando sarà completato il tunnel di base del Brennero: «Ci troveremo, unici in europa, all’incrocio dei due più grandi corridoi per le merci. Verona dovrà avere una visione progettual­e e urbanistic­a che ne tenga conto, per attirare qui quante più imprese e lavoro possibili».

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Dall’alto Una veduta del Quadrante Europa, che sarà collegato all’Alta capacità ferroviari­a

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