Tar, passa solo un ricorso su quattro
Zaia tuona: «Chi fa perdere tempo paghi i danni». Enti pubblici immobili, azioni legali in aumento
Solo 286 sentenze di accoglimento su 1092 provvedimenti complessivi: è il bilancio per il 2017 del Tar del Veneto. I dati sono emersi nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tar. Intervenuto anche il governatore Luca Zaia che ha criticato «un paese in cui si fa ricorso anche per la bocciatura dei figli. È scandaloso che opere di interesse pubblico siano fermate da ricorsi politici». «Fare ricorso è un diritto costituzionale», ha replicato Stefano Bigolaro, presidente dell’Associazione degli avvocati amministrativi.
L’appalto assegnato alla concorrente, l’ordine di demolizione per un abuso edilizio, il ritiro di un plateatico. Andare alla guerra giudiziaria funziona solo una volta su 4: il Tar del Veneto nel 2017 ha emesso sentenze di accoglimento solo in 286 casi su 1092 provvedimenti complessivi, cioè il 26,2 per cento. Lo scorso anno erano stati 412 su 1304, il 31,6 per cento, cioè una su tre. Metà ricorsi invece vengono respinti: 517 (il 47,3 per cento) nel 2017, 664 (il 50,9 per cento) nel 2016, mentre la parte restante sono sentenza interlocutorie. E’ per questo che a fronte dell’ormai inesorabile calo dei ricorsi – altri cento in meno nel 2017, da 1601 a 1501, quando negli anni record superavano quota 3 mila – il presidente dell’Associazione degli avvocati amministrativisti, Stefano Bigolaro, ha citato non solo alcuni meccanismi procedurali e l’«abnorme contributo unificato» (che, nel caso di appalti di opere superiori al milione, è di 6 mila euro), ma ha sottolineato anche «il mantenimento delle basse percentuali di accoglimento».
Bigolaro su questo tema non ha esitato a scontrarsi anche con il governatore del Veneto Luca Zaia, che poco prima era salito sul palco dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tar per ribadire il suo pensiero contro «un paese in cui si fa ricorso anche per la bocciatura dei figli». «Chi entra nei tribunali per fare solo confusione deve uscire con le ossa rotte - ha detto Zaia - Non possiamo più accettare che opere di interesse pubblico per un’intera comunità vengano fermate da ricorsi politici. E’ scandaloso». Zaia ha auspicato un intervento legislativo che dia ai giudici gli strumenti per decidere quali sono i veri ricorsi e quali quelli strumentali. «Noi siamo uno dei vostri migliori clienti, con circa un migliaio di ricorsi pendenti - ha aggiunto il governatore - Quest’anno sono stati trattati 219 ricorsi che riguardavano la Regione e ne abbiamo persi solo 19. Chi fa perdere tempo deve pagare i danni». Parole di fronte alle quali l’avvocato Bigolaro ha replicato che «il senso della giustizia amministrativa sta nelle cause perse dagli enti, altrimenti i Tar non avrebbero senso». «Sento parlare di “ossa rotte” - ha proseguito - I danni non derivano dal ricorso in sé, ma dalle decisioni dei giudici. Fare un ricorso è un diritto costituzionale». Quanto ai dati sui ricorsi della Regione, un avvocato a fine cerimonia sorrideva: «E i ricorsi della Regione alla Corte Costituzionale?».
Il presidente del Tar Maurizio Nicolosi ha invece illustrato attività e numeri dell’anno passato, sottolineando anche le alte scoperture di magistrati e personale amministrativo e un ancora enorme arretrato con il 43 per cento dei ricorsi pendenti ultraquinquennali. «Il calo può anche essere interpretato con un miglioramento della qualità degli atti amministrativi - ha spiegato ma non possiamo nascondere anche una diffusa sfiducia nei confronti della giustizia e alti costi di accesso». Nicolosi ha ricordato che l’anno scorso è stata istituita una sorta di «udienza informale» per cercare di scremare i ricorsi vecchi («e nel 30 per cento dei casi è stata dichiarata la carenza di interesse») e si attendono i benefici del processo telematico e dell’arrivo di due nuovi magistrati a marzo, anche se altri probabilmente andranno via, mentre il personale amministrativo è sotto del 23 per cento. Tra le materie guidano l’edilizia e urbanistica con 364 ricorsi, gli appalti (158), gli stranieri (131, soprattutto revoche di permessi di soggiorno). Continuano a crescere (da 79 a 82) i ricorsi per la cosiddetta «inottemperanza», ovvero quando il Tar viene chiamato a un «ricorso-bis» per imporre all’ente pubblico di eseguire una propria sentenza o quella di altri settori della giustizia.
La cerimonia si è svolta a Ca’ Vendramin Calergi, sede del Casinò, messo a disposizione gratuitamente dal Comune di Venezia, rappresentato dall’assessore Paolo Romor. Proprio riguardo alla sede, il presidente Nicolosi ha ricordato che è stato firmato il via libera per la nuova sede, visto che la Regione da un paio d’anni vuole vendere Palazzo Gussoni, dove il Tar era in affitto a circa mezzo milione di euro l’anno: entro la primavera del 2020, dopo alcuni lavori, gli uffici si sposteranno all’ex convento di campo Sant’Angelo. «Spero che la Regione ci conceda di restare per questi due anni», ha auspicato Nicolosi. «Nessun problema», la replica di Zaia. Più preoccupati sono invece gli avvocati, visto che la nuova sede è più scomoda da raggiungere, soprattutto da chi arriva dalla terraferma.
Maurizio Nicolosi Calo ricorsi? Migliora la qualità degli atti ma cresce anche la sfiducia
Stefano Bigolaro
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