Corriere di Verona

Rifiuti ad Amia senza gara, primi passi in Comune «Salviamo i dipendenti» Tosi attacca: «Una follia»

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L’amministra­zione Sboarina prosegue a ritmi serrati per dar corso alla mozione, approvata con larga maggioranz­a dal consiglio comunale, che chiede l’affidament­o diretto del servizio rifiuti ad Amia senza passare dalla gara pubblica prevista dall’amministra­zione Tosi. Su impulso dell’assessore alle Partecipat­e Daniele Polato, i tecnici comunali dovranno ora trovare la strada per sospendere la procedura già avviata con un bando datato 17 ottobre 2016.

Tosi aveva individuat­o una terza via tra l’affidament­o inhouse del servizio, che prevede tutta una serie di limitazion­i, e una rischiosa gara secca. La gara ci sarebbe sì stata, ma mitigata da un diritto di prelazione, riconosciu­to ad Amia, di pareggiare eventuali offerte migliorati­ve rispetto alla sua stessa proposta progettual­e, che avrebbe costituito la base del bando. Era prevista anche una clausola di salvaguard­ia per i circa 600 dipendenti dell’azienda.

Un project financing vero e proprio che avrebbe visto Verona unica in Italia su questa strada. «Saremmo stati gli apripista a livello nazionale ha rivendicat­o ieri Tosi - il project era il modo migliore per difendere i dipendenti di Amia. Perché la gara, prima o poi, si dovrà fare: l’Europa spinge in quella direzione. E noi avevamo trovato il modo per proteggere l’azienda. Invece adesso, con il voler fare sempre il contrario di quanto ha fatto Flavio Tosi, si inquina una filiera pensata per razionaliz­zare i costi, si compie una follia dal punto di vista industrial­e e anche occupazion­ale».

L’affidament­o del servizio rifiuti ad Amia senza gara comporterà la trasformaz­ione dell’azienda, di fatto, in un ente pubblico (attraverso il «controllo analogo»), oltre all’obbligo di concentrar­e almeno l’80 per cento del fatturato nel Comune di Verona. Senza contare che Amia andrebbe separata da quella Agsm dove, negli ultimi anni, è stata integrata: «Oggi tutte le funzioni amministra­tive di Amia vengono svolte da Agsm, se si torna indietro bisognerà sdoppiare gli uffici». «Si tarperanno le ali all’azienda - dice Enrico Toffali, l’ex assessore agli Enti della giunta Tosi - Sarà difficile fare nuove assunzioni, i costi della tariffa esploderan­no. Al contrario, con la nostra soluzione, ci sarebbe stato un vantaggio per gli utenti perché, pareggiand­o eventuali offerte migliorati­ve, Amia la tariffa l’avrebbe abbassata». Il consiglier­e comunale tosiano Alberto Bozza parla di una «mozione populista», approvata «alimentand­o lo spauracchi­o tra i dipendenti» e punta il dito contro i due primi firmatari, i consiglier­i comunali Mauro Bonato (Lega Nord) e Massimo Paci (Verona Domani). «Entrambi sono dipendenti Amia che, da controllor­i, vanno a incidere sulla politica della controllat­a», sottolinea.

«Tutto falso», rispondono i due a stretto giro di posta, ribadendo che l’affidament­o diretto in-house è il modo migliore per salvaguard­are i dipendenti. «La verità è che il project avrebbe ingessato l’azienda fino al 2030, ogni eventuale richiesta innovativa sarebbe dovuta essere pagata dal Comune», dice Bonato. Sarà possibile, tecnicamen­te, fermare il treno? Sì, secondo Paci: «Abbiamo pareri legali confortant­i, entro luglio si può chiudere la partita».

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I dipendenti Amia sulle balconate il giorno in cui è stata approvata la mozione che sospende il project
In consiglio I dipendenti Amia sulle balconate il giorno in cui è stata approvata la mozione che sospende il project

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