Arena Extra, in procura l’ok del ministero
Arena Extra e l’inchiesta per falso in bilancio: in procura è arrivato l’atto con cui il ministero dei Beni culturali ha accordato il via libera alla Fondazione alla richiesta di autorizzazione a procedere a un’azione di responsabilità contro gli amministratori in carica.
Arena Extra e l’inchiesta per falso in bilancio di cui a fine novembre il gip Laura Donati ha rigettato la (seconda) richiesta di archiviazione giunta dalla procura: nuova linfa alle indagini coordinate dal pm Giovanni Pietro Pascucci dopo gli sviluppi degli ultimi giorni.
Al secondo piano dell’ex Mastino arriva infatti l’atto con cui il ministero dei Beni culturali ha accordato il via libera alla Fondazione alla richiesta di autorizzazione a procedere a un’azione di responsabilità contro gli amministratori in carica nel 2013, tra cui l’ex sindaco Flavio Tosi e l’ex sovrintendente Francesco Girondini, inviata dall’ex sovrintendente Giuliano Polo. Nel mirino della procura, dunque, rischia di finire l’intero ex cda del 2013 e l’inchiesta si andrebbe ad estendersi rispetto ai due nomi finiti finora sotto accusa (si tratta appunto di Tosi e Girondini, di cui a novembre il gip Donati ha ordinato l’iscrizione sul registro degli indagati) per la gestione di Arena Extra. Un caso già da tempo sollevato dall’attuale consigliere di Sinistra in Comune Michele Bertucco, secondo cui «a dispetto di quanto previsto dal Piano di risanamento, la Fondazione continua a pagare il canone di locazione di Palazzo Forti (poco meno di 500 mila euro l’anno) sede del museo Amo a capo del quale risulta ancora l’ex sovrintendente Francesco Girondini, mentre il sindaco non si decide a metter mano ai rapporti con Arena Extra la quale porta in dote a Fondazione Arena non gli utili sbandierati ma i quasi 800 mila euro della multa comminata dall’Agenzia delle Entrate per il giochetto contabile del trasferimento dell’archivio bozzetti e figurini operato sul bilancio 2013».
Una convinzione già posta nero su bianco di numerosi esposti firmati dallo stesso Bertucco anno dopo anno: «Alcuni di questi sono stati respinti - ricorda l’avvocato Luca Tirapelle -, mentre l’inchiesta era stata aperta contro ignoti e per due volte ne era stata chiesta l’archiviazione da parte della procura senza che tale istanza fosse poi accolta dal giudice per le indagini preliminari che ha sempre deciso di rispedire gli atti al mittente affinché venisse approfondita la vicenda». Fatto sta che, adesso, secondo Bertucco «gli ultimi sviluppi forniscono ulteriore conferma ai nostri sospetti e, pur non avendo l’azione di responsabilità valenza di tipo penale, ritengo comunque utile al proseguìo delle indagini inviare al pm il nullaosta ministeriale giunto all’attuale sovrintendente Cecilia Gasdia». Lontani i tempi in cui (era il 2015) si ipotizzava l’abuso d’ufficio contro ignoti e l’ex procuratore Mario Giulio Schinaia firmava la (prima) istanza di archiviazione.
Per 2 volte fu chiesta e respinta l’archiviazione Bertucco: «Confermati i nostri sospetti»