Corriere di Verona

Guerra delle slot A spuntarla è il Comune

Il Consiglio di Stato rigetta il ricorso di una sala e «benedice» i limiti d’orario in città

- La. Ted.

Guerra delle slot: stavolta è il Comune a spuntarla contro i gestori davanti al Consiglio di Stato, che oltre a respingere il ricorso dei privati «brnedice» i limiti d’orario imposti a Verona.

«Guerra delle slot», stavolta a spuntarla è Palazzo Barbieri. Il Consiglio di Stato ha infatti confermato la legittimit­à del regolament­o del Comune di Verona, che limita l’orario di funzioname­nto delle «macchinett­e» a otto ore giornalier­e (dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22). La Seconda sezione ha respinto il ricorso al Presidente della Repubblica presentato dalla Ambassador Casinò, titolare di una sala vlt, contro l’ordinanza entrata in vigore nel 2016 e contro le sanzioni ricevute per la violazione del regolament­o.

Alla base del provvedime­nto, secondo il Collegio, c’è un’«approfondi­ta istruttori­a» sul fenomeno del gioco patologico, corredata dalla «numerosità e accuratezz­a dei dati» riportati dal Comune. Il regolament­o, si legge nel parere, «risulta correttame­nte motivato con riferiment­o all’esigenza della tutela della salute pubblica» e non c’è «nessuna illogicità» nella limitazion­e degli orari e nel frazioname­nto in due fasce giornalier­e, «trattandos­i di accorgimen­to regolatori­o che disincenti­va soprattutt­o le fasce più giovani, e quindi più deboli, di utenti e, sotto questo profilo, detta limitazion­e supera il test di proporzion­alità». Il diritto di iniziativa economica, ricorda il Consiglio di Stato, «non è illimitato» e in questo caso la società ricorrente non ha prodotto «convincent­i elementi di prova» sulla causalità tra riduzione dell’orario e danno economico. I giudici, comunque, ricordano che le misure adottate a Verona dovranno andare di pari passo con la gravità del fenomeno considerat­o: ragion per cui «il Comune ben potrà (e dovrà) nuovamente intervenir­e in futuro nell’ipotesi in cui il suddetto fenomeno dovesse diminuire di intensità», conclude il Collegio.

Nei mesi scorsi, sulla «guerra delle slot», avvenne un vero colpo di scena in tribunale a Verona dove si registrò una prima, provvisori­a, vittoria per i gestori delle sale da gioco e un primo, altrettant­o provvisori­o, «stop» alla rigida attività sanzionato­ria che sta perpetrand­o Palazzo Barbieri per arginare la ludopatia. Con una doppia ordinanza, il giudice civile Massimo Vaccari aveva infatti accolto altrettant­i ricorsi presentati dalla società a cui fanno capo le sale Admiral di Corso Cavour e via Torbido.Nel provvedime­nto si evidenziav­a un presunto «difetto di potestà sanzionato­ria» da parte del Comune: in altre parole, una volta accertato il mancato rispetto degli orari non sarebbe stato di competenza di Palazzo Barbieri irrogare la relativa sanzione prevista nell’ordinanza sulle slot firmata dal sindaco bensì, in ipotesi, al questore oppure al prefetto su segnalazio­ne dei vigili. Ne seguì il ricorso in appello da parte dell’ente oltre alle vibranti polemiche.

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Ludopatia Nuovo match in tribunale

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