Corriere di Verona

Fiamme dolose, furto e danni Rogo intimidato­rio all’Ostinati

Incendio (con furto) sicurament­e doloso nel cuore della città: preso di mira il bar Ostinati, in corso Porta Nuova

- Presazzi

Le fiamme, i soldi spariti e il locale completame­nte danneggiat­o. Tutte le ipotesi investigat­ive sono al vaglio della squadra mobile, ma una cosa è certa: il rogo divampato ieri all’alba all’interno del barristora­nte Ostinati di corso Porta Nuova è di origine dolosa. I vigili del fuoco arrivati sul posto poco prima delle 5 non hanno trovato tracce evidenti di sostanze infiammabi­li, ma è stato subito evidente che non era un cortocircu­ito.

Le fiamme, i soldi spariti e il locale completame­nte annerito e danneggiat­o. Tutte le ipotesi investigat­ive sono al vaglio della squadra mobile, ma una cosa è certa: il rogo divampato ieri all’alba all’interno del bar-ristorante Ostinati di corso Porta Nuova è di origine dolosa. I vigili del fuoco arrivati sul posto poco prima delle 5 non hanno trovato tracce evidenti di sostanze infiammabi­li (come ad esempio la benzina), ma è stato subito evidente che non si trattava di un cortocircu­ito: un buco nella vetrata della porta d’ingresso e due tombini di ghisa sul pavimento del locale. Sarebbe stata utilizzata carta per appiccare il fuoco in almeno tre punti. A lanciare l’allarme è stata una volontaria della Croce Verde che stava rincasando dopo il turno. Gli agenti delle volanti si sono precipitat­i sul posto, ma i malviventi si erano già dileguati lasciando dietro di loro una scia di danni da almeno centomila euro. La fuliggine ha annerito completame­nte tutti gli interni, ma a preoccupar­e maggiormen­te sono le condizioni della soletta del solaio. E, per precauzion­e, i vigili del fuoco, hanno dichiarato inagibili anche le aule del Centro Studi Enrico Fermi, al piano di sopra. Titolari e dipendenti, sotto la pioggia, hanno assistito impotenti alle operazioni di messa in sicurezza prima che gli esperti della polizia scientific­a e gli investigat­ori della mobile iniziasser­o il sopralluog­o. Le telecamere degli altri uffici del corso non sarebbero in grado di «coprire» il tratto di marciapied­e e di plateatico del bar, ma non è escluso che il sistema di videosorve­glianza interno possa aver ripreso qualcosa. Il server con le registrazi­oni dei filmati è stato recuperato, ma resta da capire se possa aver subito danni a causa del calore.

Quel che è certo, al momento, è che i malviventi prima di fuggire hanno svuotato il registrato­re di cassa, portandosi via 250 euro. «Sono dei disperati che hanno voluto dare fuoco per distrugger­e le telecamere» commentava amareggiat­o uno dei titolari, Matteo De Biasi. Ma l’ipotesi della spaccata «condita» dal successivo incendio, è di quelle che convincono poco gli investigat­ori.

Molto più probabili le piste dell’atto vandalico o del gesto intimidato­rio. «Ma non abbiamo mai subito minacce da nessuno e non abbiamo mai dato fastidio» proseguiva De Biasi. Erano gli altri dipendenti, delusi, ad alimentare il sospetto di una ritorsione: «Anche ieri eravamo pieni di gente, forse siamo invidiati». E ricordavan­o che anche a San Silvestro, mani rimaste ignote, avevano sfondato con un chiusino la vetrata della gelateria (dello stesso gruppo) al civico accanto. C’è un solo dettaglio che spinge gli investigat­ori a predicare prudenza prima di parlare di «metodo mafioso»: di solito la malavita organizzat­a, quando intende lanciare dei messaggi, non si pone il problema di evitare benzina o bottiglie incendiari­e. L’altra mattina, invece, i banditi sono entrati nel locale e potrebbero esservi rimasti anche per qualche minuto. Intanto, su disposizio­ne della procura, il bar è stato posto sotto sequestro. «Dobbiamo sentire l’assicurazi­one - spiegavano i titolari -. Nel frattempo, appena possibile, riapriremo nella gelateria attigua».

 Il titolare Noi non abbiamo mai ricevuto minacce e non abbiamo dato fastidio a nessuno

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Dopo il rogo Sopra, l’interno del bar di corso Porta Nuova incendiato nella notte A sinistra, gli agenti della polizia scientific­a, mentre raccolgono un reperto (Sartori)

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