Corriere di Verona

Gino Rossi e Martini Due riscoperte al Museo Bailo

- Silvia Madiotto

Santa Caterina e il Bailo sono collegati da un filo rosso che parte dalle sculture di Rodin e arriva ai dipinti Gino Rossi passando attraverso le opere di Arturo Martini: in borgo Cavour va in scena un omaggio ai due artisti, storie diverse ma intimament­e intrecciat­e. Un prestito di otto opere provenient­i da collezioni private arricchisc­e la collezione cittadina di dieci quadri: concentrat­e nel periodo precedente alla Prima Guerra Mondiale, raccontano il periodo più creativo ed emotivamen­te felice di Rossi, quello dei viaggi in Bretagna, del ritiro buranese e del ritorno ai colli trevigiani, fra il Montello e l’Asolano: il pittore interioriz­za lo studio di Cézanne e del simbolismo gauguinian­o, costruendo con il colore con nature morte e ritratti di matrice post-cubista. A questo «Omaggio a Gino Rossi» curato da Goldin si accompagna il vasto allestimen­to di quasi 140 opere, sempre al Bailo, di Arturo Martini, fra sculture in pietra, gessi, bronzi e ceramiche del maestro che guardava con ammirazion­e all’amico pittore e alle opere di Rodin, «affascinat­o dalla bellezza emotiva del suo lavoro» come ha spiegato il curatore. Avvicinare quindi i due era naturale, e non è un caso che il Musee Rodin abbia accolto con favore e interesse la mostra trevigiana, proprio in luce della presenza di una così vasta raccolta di opere di Martini: ecco quindi il Busto d’uomo, Maternità,

Adamo ed Eva e il Pensieroso. Il biglietto per l’ingresso alla mostra a Santa Caterina garantisce un ingresso ridotto al museo Bailo.

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Gino Rossi, «La piccola parrocchia»

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