«Pazze idee» il racconto dell’eros attraverso le canzoni
Una serata fortunata, nata nel 2015 sul palco di Sanremo nell’ambito del Club Tenco, che si è ripetuta lo scorso anno alla Biblioteca Don Milani di San Martino Buon Albergo e che domani sarà riproposta alle 21 al Teatro Laboratorio all’interno dell’Arsenale (biglietto unico 10 euro). «Pazze idee. L’eros nella canzone italiana», citazione dal successo di Patty Pravo del 1973 che scandalosamente cantava il desiderio, è un excursus attraverso un secolo di canzoni italiane selezionate a partire dal tema erotico. Un excursus ideato e condotto da Enrico de Angelis - giornalista e storico della canzone d’autore che del Club Tenco è stato una delle anime - che prenderà forma grazie alla voce di Giuliana Bergamaschi accompagnata dalla chitarra di Claudio Moro. Ma non solo, perché saranno proiettati video che vedono protagonisti autori come Buscaglione, Tenco, Gaber, De André, Conte, Nannini, Vasco Rossi… Giuliana Bergamaschi inizierà dalle canzoncine maliziose dagli anni 20 fino ai 50, quando dell’amore non si parlava esplicitamente, ma solo attraverso un gioco di allusioni, doppi sensi e sottintesi. Come allusiva, ma ben più diretta e ammiccante, nello stile del suo autore, è la sensuale immagine disegnata per il club Tenco da Milo Manara nel 2015, dove musica, arte, erotismo si intrecciano in un gioco di rimandi, una geniale sintesi dello spirito della serata. Certo ne doveva passare di acqua sotto i ponti perché si arrivasse a cantare oggi «tutte le strade mi portano alle tue mutande» come in «Orgasmo» di Calcutta. «Doveva passare innanzitutto – spiega de Angelis - quella rivoluzione dei primi anni 60 che, con Tenco, Paoli, Endrigo, De André, ha iniziato a inserire nelle canzoni i temi più disparati, riuscendo a parlare dell’amore anche nei suoi aspetti più concreti e prosaici». Giuliana Bergamaschi interpreterà allora proprio i capolavori di quel momento per arrivare più vicino a oggi, con Ivan Graziani o Fabio Concato, mentre Lucia Bergamaschi interverrà con un brano di Ivano Fossati.