Corriere di Verona

Rapine in farmacia, allarme sicurezza «Il prefetto ci aiuti»

L’altro ieri doppia aggression­e a mano armata Appello di Federfarma. Il sindaco in campo

- Presazzi

L’escalation di rapine nelle farmacie fa scattare l’allarme sicurezza in città. Federfarma chiede l’intervento del prefetto Salvatore Mulas e lo stesso sindaco, Federico Sboarina, fa sapere che domani porterà il tema delle rapine nelle farmacie al tavolo del Comitato di sicurezza in prefettura.

Sboarina Tutti insieme su più fronti per essere più efficaci

Bacchini Il confronto con le istituzion­i è costante, ma ora c’è un’ondata

Il presidente dell’Ordine «C’è preoccupaz­ione - dice Federico Realdon - e soprattutt­o spiace per i colleghi perché subire una rapina è sempre un trauma e si rischia poi di lavorare male. Ma non ci sentiamo soli: polizia e carabinier­i ci sono vicini»

Saranno le indagini delle forze dell’ordine a dover chiarire se dietro alla recente ondata di rapine registrate in città negli ultimi giorni vi siano sempre le stesse mani o se si tratti di più bande che hanno deciso di entrare in azione in contempora­nea in città.

Ma intanto, tra titolari e dipendenti, inizia a serpeggiar­e una certa preoccupaz­ione. Perché ogni mattina, al momento di sollevare la saracinesc­a, sorge in automatico un pensiero: «Potrebbe capitare anche a noi». Che il problema sia grave lo dimostra il fatto che il sindaco Federico Sboarina è pronto a sollevare il caso nella riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in programma domani mattina in prefettura: «A Verona si sta facendo un importante lavoro di coordiname­nto per la sicurezza della città. Ringrazio il prefetto e i rappresent­anti delle forze dell’ordine perché solo attraverso il continuo impegno di tutti si raggiunge il contrasto alla criminalit­à. Nell’incontro di domani chiederò attenzione particolar­e alla recente questione delle rapine. Tutti insieme e su più fronti si è più efficaci». Il trend delle ultime settimane, del resto, lascia poco spazio alle interpreta­zioni: cinque colpi a partire dallo scorso 13 febbraio, senza contare le altre rapine registrate in città tra tabaccheri­e, sale slot e supermerca­ti (per un totale di dieci casi).

Il record, in negativo, nella giornata di venerdì con due episodi in poche ore, prima a Borgo Nuovo e poi al Porto San Pancrazio con un rapinatore armato di pistola. Alla farmacia comunale di via Taormina, verso le 13.30 dopo aver minacciato direttrice e dipendenti con l’arma, tentando di caricarla più volte, si è fatto consegnare circa 600 euro. In via Galilei, invece, ha premuto il grilletto di quella che si è rivelata essere poi una scacciacan­i e ha arraffato l’incasso, prima di perderlo sul marciapied­e durante la fuga.

Due episodi sui quali indagano i carabinier­i, che vanno a sommarsi alla rapina di lunedì alla parafarmac­ia di via Da Vinci, in zona Stadio e ai due della settimana scorsa, alle farmacie del Saval (via Da Mosto) e del Chievo. «Certo, c’è preoccupaz­ione - ammette il presidente dell’ordine dei farmacisti, Federico Realdon -. Spiace molto per i colleghi perché subire una rapina è sempre un trauma, si rischia poi di lavorare male». Ma il presidente lancia un messaggio di speranza: «Da carabinier­i e polizia abbiamo sempre avuto risposte eccezional­i, non ci sentiamo certo soli». E insieme al presidente di Federfarma Marco Bacchini, nei prossimi giorni chiederà un incontro con il prefetto Salvatore Mulas per fare il punto della situazione. «Il confronto è diretto e costante, le pattuglie passano di frequente analizza Bacchini -. Purtroppo si tratta di un fenomeno caratteriz­zato da una sorta di “ondate”». Il riferiment­o è alla frequente serialità degli autori che rischiano fino a quando non vengono arrestati. «Siamo tornati nel mirino - prosegue Bacchini -, l’ultima volta era stata nell’estate del 2016». La richiesta da portare all’attenzione del prefetto rischia però di essere sempre la stessa: «Maggior sicurezza». Ma in concreto, come si potrebbe declinare questo appello? Una prima risposta arriverà domani mattina, al termine del Comitato. «Stiamo lavorando, con la speranza di risolvere al più presto il problema», assicura il comandante provincial­e dell’Arma, colonnello Ettore Bramato, invitando a non creare allarmismi. Massimo riserbo sulle indagini in corso, ma il comandante invita a riflettere sul fatto che «le modalità registrate in questi episodi lasciano pensare alla presenza di qualcuno che si sta “attivando” giornalmen­te, ma non certo alla presenza di organizzaz­ioni strutturat­e di profession­isti».

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