Corriere di Verona

«Mi ha puntato la pistola contro, io l’ho inseguito»

- E.P.

Il volto tradisce ancora un po’ di stanchezza. Del resto chi riuscirebb­e a chiudere occhio dopo una scarica d’adrenalina del genere. La canna di una pistola puntata davanti al naso e quel dito che ha premuto il grilletto almeno due volte.

Il dottor Francesco Sartorari, ieri mattina, era regolarmen­te al lavoro nella sua farmacia di via Galilei, al Porto San Pancrazio. Ma dalla voce si capiva facilmente che non si trattava di un giorno qualsiasi. Perché quello di ieri, per lui e per i colleghi, è stato il day-after.

Il giorno dopo la rapina tentata da un bandito solitario entrato in azione venerdì sera verso l’orario di chiusura. «Si va avanti», commenta con il sorriso il profession­ista prima di riavvolger­e il nastro dei ricordi. «Ero nel retro, qui al banco c’erano mia madre e le altre dottoresse - racconta -. Io non mi sono accorto subito di quel che stava accadendo, ma dopo qualche istante ho sentito del trambusto e sono uscito».

Tra lui e la madre, un uomo con il volto coperto («Secondo me aveva uno scaldacoll­o in pile») che aveva appena arraffato i contanti dal registrato­re di cassa. Tutto in pochi secondi, difficilis­simi da decifrare.

Sartorari, sulle prime, non aveva nemmeno intenzione di reagire: «Me lo sono trovato di fronte e ha estratto la pistola puntandome­la dritto in faccia. Ho visto che armava il cane e poi ha premuto il grilletto almeno due volte». Difficile esprimere quel che si prova in una frazione di secondo del genere. «No, non sono certo riuscito a realizzare che non si trattava di una pistola vera e propria - prosegue - . Ma non c’è stata alcuna esplosione, non è partito alcun colpo».

E in quello stesso istante l’uomo si è messo a correre raggiungen­do l’uscita e proseguend­o a passo spedito sul marciapied­e.

Il dottor Sartorari dietro, all’inseguimen­to: «Ho agito d’istinto, non pensavo alla pistola. L’ho seguito e non so dire nemmeno il perché. Poi quello, forse per la fretta, ha pasticciat­o un po’ con le mani e ha lasciato cadere i soldi». Non solo quelli, sull’asfalto è rimasto anche il caricatore della pistola, raccolto dal farmacista e consegnato poi ai carabinier­i intervenut­i per le indagini. «È strano, nella mente ho impresso solo quella canna di pistola. Ma faccio fatica a dire come era vestito. Ricordo solo che non era tanto alto. Complici ad aspettarlo fuori? A me non sembra di averne visti, ma ero abbastanza provato».

Non era la prima volta che la sua farmacia finiva nel mirino dei malviventi: «Era già capitato due anni fa di subire una rapina, quella volta il bandito era entrato con un taglierino. Carabinier­i e polizia ci sono, ma il quartiere la sera è un po’ tagliato fuori».

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