«L’Adige? Torni navigabile E non solo per il turismo»
L’idea di Benini (Pd): «Non solo passatempo per turisti»
Rispunta l’ipotesi di rendere navigabile l’Adige. Vecchio cavallo di battaglia del centrodestra, ora l’idea viene rilanciata da Federico Benini, consigliere Pd, che propone però di farne un mezzo di trasporto per i cittadini, non solo un passatempo per i turisti, come finora si era pensato.
Rispunta l’ipotesi di rendere navigabile l’Adige. Per anni questo tema era stato il cavallo di battaglia del centrodestra (con l’allora consigliere Gianluca Fantoni ma anche con Luigi Castelletti, che l’aveva inserito nel suo programma di candidato sindaco del centrodestra antiTosi, nel 2012). Oggi a rilanciarlo è invece il centrosinistra, con il consigliere comunale del Pd, Federico Benini. Che annuncia la presentazione di un apposito emendamento al bilancio di previsione 2018. «Visto il continuo rinvio dell’entrata in funzione del filobus - ironizza il consigliere - suggerisco all’amministrazione di “buttarsi nel… fiume”, concentrando gli sforzi nel domare la risorsa naturale per antonomasia, l’acqua del fiume, non solo per i turisti come già proposto in passato, ma anche per il trasporto pubblico di massa dei cittadini». Benini ricorda che dal Chievo a ponte San Francesco l’Adige tocca tre Circoscrizioni attraversando il centro storico e Borgo Trento. Una sorta di autostrada acquea lungo l’intera città, insomma. E il consigliere sottolinea che «non sarebbe difficile utilizzare i ponti come fermate, visto che quasi ovunque esistono già le scalette di accesso agli argini, che chiunque potrebbe raggiungere, ovviamente dopo un lavoro di sistemazione e pulizia». A questo proposito, l’assessore comunale Marco Padovani ha già avviato nei mesi scorsi un rapporto con il Genio Civile proprio per nuovi interventi sugli argini. Al di là del progetto-navigazione, Padovani sottolinea che «il rapporto col Genio Civile è davvero ottimale e ci ha visto intervenire a ponte Pietra come a San Giorgio e fino a sud, a Bosco Buri: navigabile o meno che sia – sottolinea Padovani –il fiume è un biglietto da visita per la città intera e come tale va curato». Già in novembre era stato effettuato l’intervento di sicurezza idraulica che ha inte- ressato gli argini e il lungadige da Ponte Catena fino a Ponte Pietra mentre «a breve – aveva allora aggiunto l’assessore - sarà riaperto il vallo in prossimità di Ponte Pietra, che permetterà l’accesso a piedi fino al fiume». L’ultima volta che si era parlato di questo tema era stato otto mesi fa, quando l’allora assessore Gian Arnaldo Caleffi, assieme naturalmente a Fantoni, aveva riproposto un bando pubblico per realizzare il progetto di solcare l’Adige con mezzi anfibi, denominati Duck (Anatra), già in uso a Londra. Nell’ipotesi di Benini il progetto non si rivolgerebbe tanto ai turisti (come il Duck) quanto a chi deve arrivare in centro senza usare la propria automobile o il mezzo pubblico. Le fermate potrebbero essere appunto sotto tutti i ponti, portando il viaggiatore, per esempio, in zona Ospedale Maggiore, a Castelvecchio, al Ponte della Vittoria (a pochi passi dalla Bra), alle pendici di Castel San Pietro, accanto a Veronetta, e in lungadige Galtarossa. Tutti centri d’attrazione notevoli per i veronesi (e per il traffico). Benini presenterà tra poco più di una settimana un emendamento al bilancio (per ora sospesi i lavori in vista delle elezioni) in cui chiederà di spostare la somma (simbolica) di un euro destinandola «alla creazione di un fondo per il trasporto pubblico lungo l’Adige».