Corriere di Verona

«Amt, le ruberie non si potranno più ripetere»

Dopo il caso De Siati, la promessa di Barini. Che attacca i predecesso­ri

- L. A.

«Quello che è successo non potrà ripetersi mai più, grazie agli accorgimen­ti procedural­i che l’attuale amministra­zione, in carica da nemmeno sei mesi, ha adottato». Così Francesco Barini, presidente di Amt, commenta la vicenda che vede accusato di peculato un ex-funzionari­o dell’azienda. Parliamo dei soldi che due anni fa erano misteriosa­mente spariti dalla cassaforte dell’Ufficio permessi di Amt in via Campo Marzo. La somma «sparita» dalla cassaforte ammontava a circa 15 mila euro e, dopo l’arrivo dei carabinier­i, un dipendente di Amt si fece avanti consegnand­o spontaneam­ente una busta con 4.400 euro e facendo subito dopo trovare una seconda busta con 470 euro. L’allora presidente di Amt, Stefano Ederle parlò subito di «caso molto strano». E adesso si è scoperto che qualche mese dopo, a novembre 2016, dalla stessa cassaforte dell’Ufficio permessi di Amt sparì altrettant­o misteriosa­mente un’altra somma di denaro (14 mila euro).

Sotto accusa è finito quindi Giuseppe De Siati, allora responsabi­le dell’unità operativa dell’Azienda e in seguito licenziato. L’altro giorno, in Tribunale, l’ex dirigente ha dichiarato che quei soldi lui li aveva presi per custodirli a casa propria, dove sarebbero stati molto più al sicuro. E adesso il nuovo presidente di Amt spiega che col suo arrivo, in Amt «abbiamo adottato una serie di accortezze, a nostro parere doverose, che in precedenza non erano state utilizzate per garantire la sicurezza del denaro. Tra queste – sottolinea Barini - un controllo incrociato dei movimenti del denaro contante e la messa in sicurezza della cassa centrale aziendale». Con una ulteriore nota polemica nei confronti di chi lo ha preceduto (Barini fa parte della maggioranz­a che sostiene il sindaco Sboarina, mentre il suo predecesso­re Stefano Ederle era stato nominato da Flavio Tosi, ndr) Barini aggiunge inoltre che «la precedente amministra­zione ha ritenuto di non costituirs­i parte civile nel procedimen­to penale, che si aggiunge alla causa di lavoro per il licenziame­nto del dipendente: noi invece sì. Riteniamo infatti – conclude il presidente di Amt - altrettant­o doveroso tutelare l’immagine dell’azienda e dei dipendenti Amt che quotidiana­mente lavorano con onestà svolgendo un importante servizio per l’azienda, la città e i cittadini».

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L’Arma in sede Due anni fa i controlli dei carabinier­i in sede Amt per un primo ammanco dalle casse

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