Malcesine, ospedale in pericolo il comitato fa il pieno di adesioni
Assemblea e petizione. Le «minacce» dal riassetto regionale
Ha fatto bingo il neo comitato costituitosi in questi giorni a Malcesine. In una sola serata ha raccolto 150 adesioni e in due giorni più di mille sottoscrizioni alla petizione lanciata on line. Si chiama Licssom, acronimo di Libero comitato spontaneo salvataggio ospedale Malcesine» e si è presentato alla popolazione l’altra sera nella sala consiliare del paese dell’alto Garda. Circa 200 persone hanno gremito l’aula. Al centro del tavolo il fondatore di Licssom Adriano Piffer (anche tra i fondatori di Aidm, l’Associazione italiana disabili motori costituita dai poliomielitici che da anni si battono per mantenere in vita l’unico centro italiano di cura per gli esiti della polio). Tra i soci Damiano Bonomi, il presidente degli albergatori di Malcesine Marco Treccani e il sindacalista di categoria Marco Pallua. Dalla regione è giunto solo il consigliere del Cdv Andrea Bassi, che meravigliato si è trovato dinnanzi una folla di cittadini uniti nell’intento di fare da baluardo al presidio sanitario. In sala anche esponenti dell’Amministrazione comunale e in prima fila l’ex primario di ortopedia dell’ospedale di Malcesine Lucio Malavolta. Tema centrale la lotta alla riorganizzazione socio-sanitaria pubblica voluta dall’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto per l’area dell’ex Usl 22, che praticamente tutti considerano «la più colpita» dell’intera regione. La forte preoccupazione espressa in assemblea, infatti, è nata dalla riconversione di Bussolengo da centro per acuti a riabilitativo e con ciò Malcesine rischia di soccombere nella nuova geografia sanitaria, con lo spostamento di una trentina di posti letto della riabilitazione cardiologica di Malcesine verso Bussolengo, lasciando nella struttura dell’alto lago la cinquantina di posti dedicati al centro polio nazionale. Un’ipotesi considerata l’anticamera per un ulteriore smantellamento dell’ultimo presidio sanitario veneto al confine con il trentino, con già un pronto soccorso trasformato in punto di primo intervento secondario. Per i malcesinesi, ma anche per i milioni di turisti che popolano il Garda d’estate, gli ospedali per acuti più vicini rimangono Rovereto e Peschiera. «Abbiamo 60 km a sud e 60 a nord per raggiungere un ospedale attrezzato per le emergenze – ha esordito il presidente di Licssom – D’estate per raggiungere il pronto soccorso di Bussolengo impieghiamo un’ora e mezza. Sui giornali si dichiarano impegni per Malcesine, ma dove sono le delibere che lo confermano?». Sulla linea si è schierato Bassi: «La sanità nel Baldo-Garda sta subendo grandi declassamenti. Pian piano si sta svuotando di tutto, l’esempio classico è Caprino, ed ora si rischia di fare tutti la stessa fine. Ho visto troppe volte scritte cose nelle schede sanitarie che poi non si sono mai realizzate. Nei corridoi regionali si parla di 40 posti riabilitativi aggiunti a Bussolengo e crediamo proprio che saranno quelli di Malcesine».