Corriere di Verona

Stop alle tesi cartacee L’ateneo passa al digitale

In arrivo un’infornata di ricercator­i grazie al piano straordina­rio del ministero

- Orsato

Finisce l’era delle tesi cartacee. Dalle prossime sessioni, l’università di Verona si acconterà di formati digitali, come il pdf. Una piccola rivoluzion­e che farà risparmiar­e agli studenti il costo della rilegatura e che consentirà anche di snellire le procedure burocratic­he. In ateneo arriverann­o anche 23 nuovi ricercator­i, assunti dal piano del ministero.

Rilegatura in simil pelle con lettere dorate. Pagine abbastanza da far sembrare la copia voluminosa, grazie anche l’interlinea da una riga e mezza. Tutto questo apparterà molto presto al passato. L’università di Verona dice addio alle tesi cartacee, questione di qualche mese, forse già dalle prossime sessioni di laurea (mediamente se ne tengono una ogni tre mesi), la dissertazi­one che conclude il ciclo di studio di ogni studenti sarà richiesta solo in formato pdf. Nel suo piccolo, è una decisione epocale: basti pensare che in ogni città sede universita­ria ci sono negozi che «campano» quasi esclusivam­ente della rilegatura delle tesi.

I vertici dell’ateneo sono pronti a fare il «grande passo»: «È l’ultimo scoglio che ci separa dalla completa dematerial­izzazione degli atti amministra­tivi, così arriveremm­o all’abolizione completa della carta negli atti della nostra università» afferma il rettore Nicola Sartor. La strada è già stata tentata prima da Ca’ Foscari, la principale università di Venezia, che però si è scontrata con una norma di legge, che impone il deposito di una copia fisica di ciascuna tesi. Solitament­e destinate a finire in uno sgabuzzino buio per non essere sfogliate mai più.

Ora, però, l’orientamen­to è cambiato: viene riconosciu­ta la possibilit­à di archiviare le tesi di laurea anche in un sistema informatic­o. «Siamo ottimisti - prosegue Sartor contiamo di implementa­re il nuovo metodo a breve, anche per migliorare la qualità dei servizi agli studenti. Negli ultimi anni abbiamo eliminato ogni tipo di coda, ad esempio per l’iscrizione. L’unica coda che devono fare gli studenti, riempiendo tuttora le segreterie è quella per la domanda e, per l’appunto, per il deposito della tesi».

Questa settimana, intanto, è arrivata una buona notizia per l’ateneo scaligero. Il ministero per l’istruzione, l’università e la ricerca, ha reso noto il numero di ricercator­i assegnati nel piano straordina­rio di assunzione. Era qualcosa di atteso, ma non si conoscevan­o i dettagli, anche perché erano in ballo i «bonus meritocrat­ici», ai singoli dipartimen­ti (quattro su dodici, a Verona, quelli riconosciu­ti come «eccellenti») e all’università nel suo complesso, grazie all’alto punteggio Vqr (Valutazion­e qualità ricerca).

Alla fine i nuovi ricercator­i saranno 23. Un totale ottenuto grazie ai cinque assegnati d’ufficio, gli otto ai dipartimen­ti (due per ciascuno) e cinque per la valutazion­e della ricerca. Infine un’ultima voce ne assegna cinque per «riequilibr­io»: a prima vista è sembrato molti un modo di fare pari e patta in alcune università (Genova, ad esempio si è vista assegnare solo due ricercator­i per i dipartimen­ti eccellenti, ma si è rifatta in questo caso con ben dieci assunzioni. In totale. il ministero stanzierà 1.348.276 euro, di cui il 211.494 già nel corso di quest’anno.

«Sono risorse, mi riferisco a quelle umane - è il commento del “magnifico” veronese - di cui avevamo disperatam­ente bisogno. Dirlo in campagna elettorale fa un po’ specie, ma almeno nell’ultimo anno c’è stata una crescente attenzione al mondo dell’università, dopo un lungo periodo buio. I nuovi ricercator­i saranno tutti giovani, tendenzial­mente tra i 32 e i 37 anni, e dopo tre anni devono ottenere l’abilitazio­ne ad associato, altrimenti non lavorerann­o più negli atenei. Questa buona notizia si aggiunge alla fine del blocco del turn - over, ora possiamo ad assumere una persona per ogni posizione uscente».

Il rettore È l’ultimo passo per completare il passaggio dalla carta al digitale

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(archivio) Il lancio del «Tocco» I dottori di ricerca durante la proclamazi­one all’aula magna del Polo Zanotto Alcuni di loro scelgono la carriera del ricercator­e universita­rio
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