Corriere di Verona

L’ex bidello e la casalinga Quella «vita normale» di Loris e Annamaria «Ora trovate chi è stato»

- di Andrea Priante

CISON DI VALMARINO (TREVISO) Luigia Collantin ieri, come tutte le mattine, ha percorso in auto via Marzolle, una stradina asfaltata da Cison di Valmarino porta fino a Follina. Intorno, poche case, qualche vigneto e alberi da frutto coi rami piegati sotto il peso della neve.

Quando Luigia, che con la sorella gestisce l’unico negozietto di alimentari della zona, è arrivata di fronte all’abitazione di Nicolasi, ha fermato l’auto ed è scesa. «Gli porta il pane tutte le mattine - racconta la madre - saranno state le 10.30 quando ha suonato il campanello. Una volta, due, tre... E niente, non rispondeva nessuno. Mia figlia ha pensato fosse strano, ma poi ha continuato con il giro delle consegne. Nessuno poteva immaginare un orrore del genere. Ora è stata convocata dai carabinier­i...».

La testimonia­nza della negoziante è importante per definire meglio l’ora in cui Loris Nicolasi e sua moglie Annamaria Niola sono stati ammazzati. Probabilme­nte, quindi, prima delle 10.30 del mattino. Forse già nel corso della notte.

Resta da capire chi possa averli uccisi a colpi di spranga e coltello. Anche perché non sembrano esserci ombre nel loro passato.

«Era una coppia tranquilla, persone perbene», li ricorda Raffaele Moret, che abita a poca distanza dal casolare degli orrori. Vite normali. Nicolasi, 72 anni, aveva lavorato come bidello e, anche se risulta avere la residenza a Nervesa della Battaglia, viveva in quella casa di Cison e da quando era andato in pensione trascorrev­a il tempo facendo piccoli lavoretti. Lei, 69 anni, era una casalinga. Fino al 1986 avevano anche gestito l’osteria che sorge accanto alla loro abitazione e che poi, in fase di ristruttur­azione, è diventata la casa della figlia Katiuscia. L’altro figlio, invece, lo si vede di rado in zona. «Lavora in Germania», racconta un vicino.

Tra le piste seguite dagli inquirenti, quella di una rapina finita male. Ma anche se i coniugi Nicolasi non avevano particolar­i difficoltà economiche, di certo non potevano apparire benestanti.

«Lui non lo vedevo da qualche giorno - racconta Ottorino Benincà - l’ultima volta stava sistemando un tombino davanti casa. Era un tipo così: odiava rimanere con le mani in mano». Luigino Nicolasi, il cugino di Loris, dice che «è terribile ciò che è successo, spero trovino chi li ha uccisi».

Ma di certo, per ora, c’è solo la ferocia con cui il killer si è scagliato contro i due anziani. «È un fatto gravissimo», riflette il sindaco di Cison, Cristina Pin. «Spero che le forze dell’ordine riescano a catturare il responsabi­le in breve tempo, prima che in paese si generi il panico».

Il sindaco Spero riescano a catturare il colpevole prima che in paese si generi il panico

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