Corriere di Verona

Chievo e Sassuolo, sfida salvezza tra chi non c’è abituato

Gialloblù a fine ciclo, neroverdi in sofferenza dopo l’addio di Di Francesco. E la zona rossa è a un passo

- M.S.

Un ciclo su cui pende l’esigenza di un ricambio. E un nuovo ciclo che non è mai iniziato. Qui Chievo. E qui Sassuolo. Due province gagliarde che «scoprono» l’effetto dell’acqua alla gola. E dopodomani, al Bentegodi, si giocano in 90 minuti una fetta di destino. Ieri, bellissime. Oggi, pallide assai. Basti pensare che rispetto ai tre campionati che hanno preceduto l’attuale, il Chievo timbra mediamente il 20% di punti in meno mentre il rendimento del Sassuolo è addirittur­a calato del 37%. Di qua è una crisi. Di là è anche peggio, quasi una picchiata. Il clima, in soldoni, è cambiato. Anche i numeri lo raccontano: nel torneo 2014/15 il Chievo chiudeva 14esimo a 43 punti e il Sassuolo 12esimo a 49; nel 2015/16 Chievo nono a 50 punti, Sassuolo sesto a 61 e in Europa League; la scorsa stagione copia incolla del ‘14/ ’15, Chievo 14esimo a quota 43 e Sassuolo dodicesimo a 49.

Salvezze tranquille Il presente, invece, sono quei panni scomodi da piena lotta-salvezza che gialloblù e neroverdi non erano più abituati a indossare, 25 gettoni il club della Diga e 23 il club di Squinzi, sotto ci sono solo Crotone (21), Spal (20), Hellas (19) e Benevento (10).

Il presente costringe insomma a pensare, allenarsi, vivere il campo in maniera diversa dal passato recente. Domanda: cos’è successo? Il Chievo di Rolly Maran, saldo al timone dall’ottobre 2014, è cambiato pochissimo, tarancentr­ocampo dosi su quel nucleo di senatori esperti ma anche a rischio usura e su un undici titolare di ampie garanzie, sì, ma dietro cui sono emerse lacune nelle alternativ­e, soprattutt­o a e in attacco, vedi la flessione patita da novembre in poi con gli infortuni eccellenti dei Castro e Inglese. Il Sassuolo, dal canto suo, sembra pagare ancora adesso lo choc del dopo-Di Francesco. L’Eusebio, dopo cinque anni in Emilia (20122017), è migrato a Roma. Nuovo ciclo, allora? Sì e no. Il Sassuolo dapprima ha scelto un tecnico giovane, Cristian Bucchi, per restare sulla scia del 4-3-3. Sul mercato gran poco, via Defrel e Pellegrini, trattenuti invece i gioielli Berardi, Acerbi, Peluso, Missiroli, tutti tentati dal salto altrove. Con Bucchi però è durata sino a fine novembre. Poi l’esonero e il timone affidato al ben più navigato Beppe Iachini, volto caro al Chievo, allenatore della promozione pandorata nel 2008. Risultato? Il Sassuolo di oggi sembra scarico, ha il peggior attacco d’Europa (15 gol) e una difesa fragile (-46 gol al passivo). Problemi simili a quelli del Chievo, che sta recuperand­o gli infortunat­i e col Cagliari due settimane fa aveva mostrato lo spirito giusto, ma davanti fatica a realizzare (23 reti) e dietro incassa come non mai, -43. Se il Sassuolo non vince dal 23 dicembre, del resto, la banda Maran ha rotto col Cagliari un’astinenza che durava dal 25 novembre scorso. E dopodomani c’è lo scontro diretto. Tra due realtà, dunque, che a certe bagarre non erano più abituate.

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Protagonis­ti Lucas Castro e Alfred Duncan in una gara recente

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