Suicida in cella dopo il colpo in banca
Tragico epilogo per la rapina a Colognola: uno dei banditi si è impiccato a Ravenna
VERONALo avevano arrestato dopo un disperato tentativo di fuga a tutta velocità. Una folle corsa con il ruotino di scorta, che la notte tra venerdì e sabato lo aveva portato in carcere a Ravenna, la città dove viveva e lavorava come camionista. Ma la sua vera «professione» erano i colpi in banca. L’ultimo, quello attuato con un complice venerdì a Colognola, lo aveva però fatto tornare dietro le sbarre. Quelle sbarre a cui ieri mattina all’alba si è impiccato.
Lo avevano arrestato dopo un disperato tentativo di fuga a tutta velocità. Una folle corsa sulle strade ghiacciate con il ruotino di scorta, che la notte tra venerdì e sabato lo aveva portato dritto in carcere a Ravenna, la città dove viveva e lavorava come camionista. Ma la sua vera «professione», quella che gli permetteva di sbarcare il lunario, erano i colpi in banca. L’ultimo, quello attuato con un complice venerdì pomeriggio alla Cassa di Risparmio del Veneto di Colognola ai Colli, lo aveva però fatto tornare dietro le sbarre. Quelle sbarre a cui si è impiccato all’alba di ieri, mentre era in attesa di comparire davanti al gip di Ravenna per l’interrogatorio.
È sfociata in un drammatico epilogo, la rapina da 28 mila euro risolta a tempi record dai carabinieri riusciti ad arrestare entrambi i malviventi entrati in azione. Si trattava di due trasfertisti, risultati poi pregiudicati per lo stesso tipo di reati: il primo, Andrea Luca, 39 anni, era stato bloccato praticamente subito e già ieri mattina, assistito dal legale Paolo Costantini, ha risposto in carcere a Montorio alle domande del gip Livia Magri. Ha parlato a lungo, ha fatto riferimento anche al ruolo del complice: l’ha chiamato «Vito», ha spiegato che sono entrambi originari di Messina e che «Vito» ha 51 anni. Alludendo al complice, Andrea ha usato il presente: mai avrebbe potuto immaginare che, appena qualche ora prima, «Vito» si era tolto la vita in cella a Ravenna. Lo stesso gip Magri non ne era ancora a conoscenza, tanto da averne disposto l’interrogatorio per rogatoria da parte del gip ravennate per le prossime ore. Ma non c’è stato il tempo per effettuare l’udienza di convalida: «Vito» si è impiccato alle grate del bagno nel carcere di via Portaurea e a darne notizia è stato il sindacato Uil Pa Polizia Penitenziaria, per voce del suo coordinatore Giacomo Pasquale. Ad accorgersene, del resto, era stato proprio un agente della Penitenziaria durante un giro di controllo verso le 8.30 di ieri: l’allarme è scattato subito nella casa circondariale, con i mezzi del 118 che si sono precipitati sul posto, ma il medico ha potuto solamente constatare il decesso del detenuto. «Mi sembra imprescindibile che il prossimo Ministro della Giustizia faccia invertire la rotta all’attuale dirigenza del Dap ha tenuto a sottolineare Pasquale, in qualità di rappresentante sindacale Uil degli agenti -, facendo assumere provvedimenti tangibili ed efficaci, oppure provveda immediatamente al suo avvicendamento perché incapace di adempiere al ruolo che la collettività gli affida».
Discorso diverso, invece, per Luca che, davanti al gip Magri, ha attribuito a «Vito» l’ideazione della rapina di Colognola. «Lui faceva il camionista, io sono operaio in una ditta siderurgica», ha aggiunto il 39enne, che nel 2012 finì in cella dopo aver messo a segno due colpi ai danni della stessa banca a Lucca.La sua identificazione, sei anni fa, era stata il frutto dello scambio di informazioni tra i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Imola e quelli di Lido Adriano. Già all’epoca pregiudicato, aveva ammesso le proprie responsabilità davanti al gip Piervittorio Farinella riferendo di aver agito «per pagare il mutuo». Anche ieri ha vuotato il sacco con il gip scaligero, illustrando nei minimi dettagli la dinamica e le modalità di quanto avvenuto venerdì pomeriggio: «Dateci subito i soldi e non vi faremo del male», era stato intimato al direttore e agli altri quattro dipendenti. Lo stesso gip, con la sua ordinanza, ha poi deciso di tenerlo dietro le sbarre. Quelle grate a cui si era appena impiccato il suo complice.