Corriere di Verona

La Lega boom argina M5S

Tre volte Fi: è il primo partito in Veneto. Zaia: «Big bang istituzion­ale». Sboarina: «Ora la giunta è più forte»

- Alessandro Zuin

La Lega fa cappotto. Il VENEZIA partito di Salvini ottiene in Veneto il risultato migliore diventando il primo partito, superando per tre volte Forza Italia. Zaia: «Big bang istituzion­ale». Il Veneto è del centrodest­ra. E Il sindaco di Verona rilancia: «Ora la mia giunta è ancora più forte e legittimat­a».

GODEGA SANT’URBANO (TREVISO) Qui nel profondo Nordest, dove la Lega ha razziato le urne portandosi a casa il 47% dei consensi, si tiene all’inizio di marzo una secolare fiera franca. Luca Zaia, governator­e del Veneto cresciuto a non più di due chilometri in linea d’aria, stringe mani fino al limite della slogatura, si mette in posa per decine di selfie e infine sentenzia: «Ecco l’errore capitale commesso da Matteo Renzi: ha perso completame­nte il contatto col popolo. Qui in fiera ogni persona che ti stringe la mano ti fa una domanda o ti sottopone un punto di vista; lui, Renzi, incontrava soltanto gli stakeholde­r. Ma la storia insegna che il popolo ha una visione molto più netta: il muro di Berlino non l’hanno tirato giù gli stakeholde­r».

Presidente Zaia, come definirebb­e ciò che è successo la notte scorsa, a urne aperte?

«Il significat­o è incontrove­rtibile, da nord a sud i cittadini hanno dimostrato di essere stanchi e di voler girare pagina. È un vero e proprio Big Bang, un cambio epocale per questo Paese».

Quanto ha pesato la Lega non più Nord nel determinar­e questo Big Bang?

«La Lega ha fatto un risultato straordina­rio, nel Veneto in particolar­e. In questo risultato voglio vederci premiata anche la mia amministra­zione: noi qui governiamo da 8 anni e abbiamo saputo fare delle scelte che, evidenteme­nte, i cittadini hanno premiato nelle urne. In altri contesti, chi ha governato è stato punito dal voto popolare. Oggi la Lega rappresent­a una forza politica del popolo: più che centrodest­ra, lo chiamerei proprio partito del popolo».

Visto il grande risultato, saranno grandi anche le aspettativ­e del Veneto verso il prossimo governo, a maggior ragione se dovesse vedere la partecipaz­ione della Lega.

«La prima di queste aspettativ­e riguarda senza dubbio l’autonomia. C’è già una maggioranz­a in Parlamento, rappresent­ata da un altissimo numero di eletti che vengono da partiti che hanno apertament­e appoggiato la questione autonomist­a: adesso dimostrino con i fatti di sostenerla».

Ma in un eventuale governo di centrodest­ra, Luca Zaia potrebbe avere un ruolo da protagonis­ta?

«L’unico ruolo che voglio avere è a favore dell’autonomia del Veneto. Questo è l’impegno che ho preso con i miei cittadini e penso che sia corretto portarlo avanti. La questione di Zaia ministro o addirittur­a premier non si pone: io rimango qui. E l’autonomia stavolta deve arrivare a casa, su questo non si scherza».

Chi glielo doveva dire, soltanto cinque anni fa (nel ‘13 alle Politiche il Carroccio prese il 10,5% in ambito veneto e appena il 4% a livello nazionale), che la Lega sarebbe diventata il primo partito della coalizione di centrodest­ra?

«A dire il vero, in Veneto il sorpasso c’era già stato alle regionali del 2010, quindi per noi non è una novità assoluta. Abbiamo lavorato bene con Forza Italia quando erano loro la prima forza del centrodest­ra e sono sicuro che continuere­mo a lavorare bene adesso che siamo davanti noi. In ogni caso, la vera svolta è venuta dalle scelte di campo fatte da Matteo Salvini, che è il vero vincitore morale di queste elezioni. Lui ha portato avanti un progetto diverso e, come dicevo in tempi non sospetti, la nuova politica non è quella degli schieramen­ti ma delle leadership: Salvini ne esce consacrato dalle urne».

Quindi Salvini dovrebbe ricevere l’incarico come premier del futuro governo?

«Io vorrei che Salvini avesse l’incarico dal capo dello Stato: cos’è, i cittadini votano in maniera chiarissim­a e poi gli altri fanno il governo? Non esiste proprio. A Salvini oggi passa il testimone del centrodest­ra: avrà la grande responsabi­lità della guida di questa coalizione e di giocare un ruolo cardine nella formazione di una maggioranz­a».

Quando dice che nel nuovo Parlamento c’è già un’ampia maggioranz­a a favore dell’autonomia, evidenteme­nte comprende anche gli eletti del movimento di Grillo. Ma vede la possibilit­à che nasca un governo Lega-5 Stelle?

«Sui 5 Stelle non ho alcun retropensi­ero, anche perché le strategie dovete chiederle a Salvini e non al sottoscrit­to. Personalme­nte, non vedo possibilit­à di maggioranz­e alternativ­e. In ogni caso, ci sono alcuni passaggi obbligati: vedremo a chi il presidente Mattarella darà l’incarico esplorativ­o, e io spero che sia Salvini, e allora si capirà meglio lo scenario. Ma, torno a ripetere, queste sono tutte partite che competono al nostro segretario federale».

La Lega non è più soltanto sindacato del Nord però da una certa latitudine in giù stravincon­o i 5 Stelle: saremo sempre un Paese diviso in due?

«Fatta salva la solidariet­à nazionale, se noi trasformas­simo domani mattina questo Paese da centralist­a a federalist­a, con l’autonomia, avremmo finalmente valorizzat­o le peculiarit­à di ogni comunità. Perché autonomia vuol dire prima di tutto responsabi­lità».

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Ecco l’errore capitale commesso da Matteo Renzi: ha perso completame­nte il contatto col popolo. Lui incontrava soltanto gli stakeholde­r ma il popolo vede più avanti

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Nel risultato straordina­rio della Lega voglio vedere anche un premio alla mia amministra­zione: in altri contesti chi governava è stato punito dal voto popolare, qui no

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Io ministro o addirittur­a premier in un governo di centrodest­ra? La questione non si pone, ho preso un impegno con i miei cittadini e rimango qui, a lavorare per l’autonomia

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Destinazio­ne Roma Toni Da Re e Luca Zaia (insieme al centro) con una pattuglia dei neo-deputati veneti della Lega

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