Corriere di Verona

Fuori Cozzolino E dai colleghi, strali sulla Benedetti «Deve dimettersi»

- (m.za.)

La linea, ancora una volta, è chiara: niente sconti. A nessuno. E chi ha sbagliato, paghi. Tradotto, chi non ha «restituito» ciò che si era deciso di restituire come parlamenta­ri pentastell­ati, è fuori dal Movimento. Punto. E non c’è cenno di perdono da parte di quelli che erano colleghi ed amici fino a poche settimane fa. Insomma, nessuna timida difesa, neppure in patria, per così dire. Gli ex compagni di strada in questione, per cui si profila una sorta di damnatio

memoriae, sono, nella fattispeci­e, Emanuele Cozzolino e Silvia Benedetti. I due deputati uscenti sono incappati, qualche settimana fa nella cosiddetta «rimborsopo­li a Cinque Stelle» scatenata da un'inchiesta de Le Iene.

Per Cozzolino (13 mila euro non restituiti anni fa e poi rifusi) il problema, in un certo senso non si pone: non è senz’altro passato all’uninominal­e nel collegio di Rovigo e come terzo in lista al plurinomin­ale di Venezia dopo Alvise Maniero ed Arianna Spessotto, non ha speranze di essere ripescato. Autosospes­osi dal Movimento dopo l’esplosione dello scandalo, Cozzolino aveva annunciato di attendere la valutazion­e dei probiviri.

Diverso il discorso per la Benedetti che di euro non ne aveva restituiti circa 23 mila euro poi, comunque, prontament­e versati, a bomba già scoppiata, sul fondo ministeria­le per il microcredi­to alle imprese. Lei, capolista (non senza qualche polemica patavina per aver scalzato Francesca Betto) è stata sicurament­e eletta e quindi riconferma­ta alla Camera. Ieri non è bastato il gaudio per il trionfo nazionale come primo partito in Italia per ammorbidir­e gli animi. E non sembra probabile prevalga neppure un becero calcolo di poltrone in parlamento. Lì dove ogni scranno sarà importante. L’indicazion­e di Luigi Di Maio era e resta chiara: fra gli «infedeli» chi è stato eletto, si dovrà dimettere. E questo ripetono, fedeli alla linea, tre parlamenta­ri uscenti e riconferma­ti veneti: la veronese Francesca Businarolo, il bellunese Federico D’Incà e il padovano Giovanni Endrizzi. Chi lascia trapelare un lato più umano è la Businaro: «Silvia era un’amica, umanamente mi dispiace ma resto delusa, si deve mettere una mano sulla coscienza e dimettersi». D’Incà ricorda «In due hanno restituito quasi 500 mila euro ma hanno mancato di correttezz­a e devono rinunciare al seggio». Endrizzi taglia corto: «Ha ragione Di Maio».

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 ??  ?? Aspettando i probiviri A sinistra Emanuele Cozzolino, ex deputato veneziano, in alto Silvia Benedetti, riconferma­ta a Padova
Aspettando i probiviri A sinistra Emanuele Cozzolino, ex deputato veneziano, in alto Silvia Benedetti, riconferma­ta a Padova

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