Corriere di Verona

L’ascesa dell’export per le imprese veronesi «Minaccia dazi in Usa? Problema superabile»

- Samuele Nottegar

Costanteme­nte in crescita e àncora di salvezza per le aziende veronesi nei momenti più critici. Ma sensibile alle variabili politiche. Su export ed internazio­nalizzazio­ne il focus dell’incontro che si è tenuto, ieri, all’Università di Verona. Un momento di confronto tra i ricercator­i di Banca d’Italia, Unicredit e Confindust­ria Verona che ha permesso di fare il punto su ciò che le aziende veronesi hanno fatto nei mercati esteri e ciò che, invece, ancora devono fare. «Se osserviamo i dati delle esportazio­ni – ha analizzato Raffaele Boscaini, vicepresid­ente di Confindust­ria Verona con delega all’Internazio­nalizzazio­ne – possiamo dire che la crisi è alle spalle. Il valore dell’export è in crescita costante e questo rappresent­a un segnale molto positivo». Secondo i dati diffusi da Confindust­ria, e sostanzial­mente confermati dalla Camera di Commercio, le esportazio­ni veronesi nel terzo trimestre 2017 sono cresciute del 7,1%, per un valore che ha superato gli 8,2 miliardi di euro. Aumento replica quelli riscontrat­i nei trimestri precedenti quando, in alcuni casi, si è sfiorata la doppia cifra di incremento. Verona, quindi, si è confermata la decima provincia italiano per valore dell’export, la terza del Veneto, e ha inanellato una serie e di altre performanc­e. «Siamo i primi – ha sottolinea­to Boscaini – per export di bevande e di marmo. Secondi per esportazio­ni di prodotti alimentari, settimi per le calzature, tredicesim­i per esportazio­ne di macchinari. Ma attenzione, esportare non significa internazio­nalizzare, strategia che rimanda a una ristruttur­azione complessiv­a del processo industrial­e cui le aziende dovrebbero tendere».

Selezionar­e i mercati, differenzi­arli, crescere in maniera articolata, infatti, permette di mettersi al riparo dai rischi delle turbolenze internazio­nali. Il presidente americano Donald Trump, ad esempio, ha minacciato di introdurre dazi anche nel settore agroalimen­tare, comparto che rappresent­a il fiore all’occhiello della nostra economia e oltre il 26% dell’export scaligero. Il rischio di ripercussi­oni per le nostre aziende c’è, ma Boscaini predica tranquilli­tà: «Credo che ogni epoca debba affrontare le proprie difficoltà di mercato. C’era grande timore anche per l’embargo in Russia, che non è stato tolto, ma che siamo riusciti a contrastar­e. Sicurament­e, l’introduzio­ne di nuovi dazi potrebbe creare qualche problema, in particolar­e a quelle aziende che hanno come unico sbocco commercial­e gli Usa: per questo la nostra raccomanda­zione è sempre quella di diversific­are direzioni e canali distributi­vi».Paolo Chiades, ricercator­e di Banca d’Italia che ha analizzato la curva dell’export fino al 2016, ha sottolinea­to come il settore agroalimen­tare abbia permesso di affrontare meglio la crisi. «Minor perdita di quote – ha illustrato Chiades – ma rispetto ad altre province venete, l’upgrade qualitativ­o dei prodotti è stato meno importante».

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Business Amarone Raffaele Boscaini, figlio di Sandro, è anche vicepresid­ente di Confindust­ria Verona

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