Corriere di Verona

Insulti sulla bacheca Fb dell’ex A processo per diffamazio­ne

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(la.ted.)«Che brutto che sei... deforme... sei una femminucci­a». Sono gli epiteti meno (!!!) pesanti che la sua ex e il suo nuovo compagno sono accusati di avergli rivolto nel suo profilo facebook. Tanto che adesso, ai danni di entrambi gli indagati, il pubblico ministero Elisabetta Labate al termine delle indagini preliminar­i ha chiesto e ottenuto il processo dove la coppia è chiamata a difendersi dall’ipotesi di reato di diffamazio­ne sul web. Senza dubbio una separazion­e contrastat­a, quella tra la vittima di questa vicenda e la donna finita adesso sul banco degli imputati davanti al giudice Monica Sarti con il nuovo compagno per difendersi da un reato di origine recente, quello appunto di diffamazio­ne per via telematica, e nella fattispeci­e tramite Fb. La Suprema Corte con la sentenza 50 del 2017 ha infatti stabilito che «la diffusione di un messaggio diffamator­io attraverso l’uso di una bacheca facebook integra un’ipotesi di diffamazio­ne aggravata poiché trattasi di condotta potenzialm­ente capace di raggiunger­e un numero indetermin­ato o comunque quantitati­vamente apprezzabi­le di persone». Senza contare che «l’aggravante dell’uso di un mezzo di pubblicità, nel reato di diffamazio­ne, trova la sua ratio nell’idoneità del mezzo utilizzato a coinvolger­e e raggiunger­e una vasta platea di soggetti, ampliando e aggravando in tal modo la capacità diffusiva del messaggio lesivo della reputazion­e della persona offesa, come si verifica ordinariam­ente attraverso le bacheche dei social network».

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