Corriere di Verona

Il doppio passato di Gianni Bui tra Chievo e Hellas

- Matteo Fontana

«Non si possono dare tre punti e a tutte e due?» Scherza, Gianni Bui, ma neanche troppo, parlando del derby di sabato sera tra Hellas e Chievo. Con il Verona ha giocato dal 1967 al 1970. Tre stagioni formidabil­i, con la promozione in Serie A e due brillanti salvezze, conquistat­e con tombolate di gol con la sua firma. Al Chievo, invece, c’è rimasto sempre per tre anni, ma da allenatore: «Tra il 1988 e il 1991. Prima il salto immediato in C1, poi la permanenza nella categoria. Campionati che mi sono rimasti dentro, perché guidavo un bel gruppo, fatto di ragazzi a posto, che erano pure giocatori di valore. Anche se nel cuore, lo confesso, ho soprattutt­o l’Hellas». Proprio per questo, allora, il duello delle emozioni è, per Bui, più che complesso. Se la cava con un’altra battuta: «Facciamo così: vince il Verona e poi si salvano tutte e due». Guarderà la partita alla television­e, lui che ha conosciuto l’Hellas romantico di Saverio Garonzi e Nils Liedholm e il Chievo delle origini, con un altro Garonzi come presidente: «Brunetto, il nipote del Commendato­re. Ci sentiamo ancora, siamo rimasti in amicizia, una telefonata per scambiarci gli auguri di Natale ce la facciamo sempre. Una persona tranquilla, Brunetto, tanto quanto suo zio Saverio era irruento, seppure molto spiritoso. Ce ne sarebbero da raccontare…».

Spazio agli aneddoti, dunque, in una chiacchier­ata gustosa, e la perla di Bui su Garonzi è tutta da ridere: «Siamo in ritiro, il giorno prima di una partita di campionato, se non erro a Firenze. Arriva il presidente e si parla del premio, a seconda del risultato. Saverio era tremendo, non mollava neanche su una lira, guai a toccarlo sui soldi. Noi giocatori gli teniamo testa e alla fine sbotta, in dialetto: “Ma voialtri volì ovo, galina e cul caldo!”. Poi, però, l’accordo si trovava. La cosa più bella, per lui, era stare al fianco della squadra, amava il Verona e il rapporto con i calciatori. Un grande uomo». Era un Hellas ammazzagra­ndi, quello, capace di sconfigger­e la Roma, la Juventus, il Napoli e di bloccare l’Inter e il Milan: «Dopo Liedholm era arrivato ad allenarci Giancarlo Cadè», ricorda Bui.

Il Chievo, invece, lo prese da tecnico in C2: «Andammo subito su. La partita della matematica promozione fu con la Juve Domo: 1-0 al Bentegodi, gol di testa di Rolando Maran, in una giornata piovosa. Giocavamo a uomo, ma in certi momenti passavamo alla zona. Maran era il mio libero e si vedeva che aveva l’attitudine a dirigere. Non poteva che diventare un bravo allenatore, ce l’aveva nell’indole. Non mi stupisco che sia andata così». A tirare le fila delle società, dietro a Brunetto Garonzi, c’era Gigi Campedelli. Luca, suo figlio, era un ragazzo: «Alla maniera del padre, era riservato. Ha costruito una realtà solida, ha scelto i collaborat­ori giusti, ha fatto crescere il Chievo, che è un caso unico in Italia. Figuratevi, quando ci allenavo mi domandavan­o, da fuori, che cosa fosse. Spiegavo che si trattava di un quartiere di Verona e nessuno sapeva di che cosa stessi parlando. Ecco, Campedelli ha fatto un lavoro eccellente che continua a durare», dice Bui. Che, però, pensa al Verona: «Ci credo, alla salvezza. Serve anche un briciolo di fortuna. L’Hellas avrebbe meritato di incamerare qualche punto in più. D’accordo, in alcune partite ha giocato male, ma in altri casi l’ho visto bene e non ha raccolto abbastanza. Col Torino è riuscito ad abbinare prestazion­e e risultato. Il derby sarà una partita delicatiss­ima».

Saverio Garonzi e Gigi Campedelli lo seguiranno da lassù, tra le nuvole: «Che tempi, quei tempi – sospira Bui –. Verona è casa mia. Ci torno, perché ho i parenti che ci abitano, e la gente mi ferma per la strada, mi saluta, mi chiede di fare una foto. Aver lasciato un segno nella gente che tifa gialloblù mi fa sentire sempre bene».

Pronostico? Facciamo così: l’Hellas vince il derby e si salvano tutte e due Campedelli era un ragazzo... quanta strada ha fatto fare al suo club

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A sinistra, Gianni Bui segna di testa al Bentegodi in un derby HellasVice­nza
A destra, Bui tecnico del Chievo insieme a Beppe Folli
Amarcord A sinistra, Gianni Bui segna di testa al Bentegodi in un derby HellasVice­nza A destra, Bui tecnico del Chievo insieme a Beppe Folli
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