Corriere di Verona

Squadra record: sono diciotto i veronesi eletti

Sono sei in più rispetto alla scorsa legislatur­a Manca ancora l’ufficialit­à per Zardini del Pd

- di Alessio Corazza

Una squadra di veronesi a Roma senza precedenti: diciotto tra deputati e senatori. Sono almeno cinque in più della legislatur­a appena chiusa, quando erano dodici, mentre in quella precedente si fermano a quattordic­i.

Una squadra di veronesi a Roma senza precedenti: diciassett­e, più probabilme­nte diciotto tra deputati e senatori. Sono almeno cinque in più della legislatur­a appena chiusa, quando erano dodici, mentre in quella precedente (2008-2013) si fermano a quattordic­i. Si tratta di un risultato non previsto alla vigilia, reso possibile anche dal complesso meccanismo di attribuzio­ne dei resti della legge elettorale (il cosiddetto «effetto flipper») che ha fatto scattare due seggi in più nel collegio plurinomin­ale Verona-Rovigo alla Camera: nove, invece dei sette previsti. Di questi nove, i veronesi sono otto; altri tre sono stati eletti al proporzion­ale al Senato nel collegio Verona-Vicenza-Padova. Nei sei collegi uninominal­i tra città e provincia, i parlamenta­ri veronesi eletti sono cinque. A completare il quadro le due elette veronese al proporzion­ale fuori regione.

Lega

Saranno sette i parlamenta­ri veronesi della Lega, di cui sei new entry. Si tratta della squadra più numerosa in assoluto. La conferma è quella del segretario cittadino Paolo Tosato al Senato, eletto all’uninominal­e. Sempre all’uninominal­e, ma alla Camera, sono stati eletti il capogruppo in Comune Vito Comencini e il segretario provincial­e Paolo Paternoste­r. Nel listino proporzion­ale alla Camera passano in tre su quattro: l’europarlam­entare e vicesindac­o di Verona Lorenzo Fontana, l’assessore di Valeggio Vania Valbusa, il sindaco di Roncà Roberto Turri. Al Senato, passa un altro sindaco, Cristiano Zuliani di Roncà. I parlamenta­ri leghisti diventano otto consideran­do anche Cinzia Bonfrisco (vedi articolo qui sotto), storica esponente socialista prima e di Forza Italia poi, candidata dalla Lega al proporzion­ale in Lazio, dove è stata eletta al proporzion­ale.

Partito democratic­o

Confermati in blocco i quattro deputati uscenti, tutti al proporzion­ale: Alessia Rotta, Gianni Dal Moro, Diego Zardini, Vincenzo D’Arienzo, quest’ultimo eletto al Senato. Solo per Zardini, l’elezione non è ancora sicura al cento per cento. L’incognita è legata all’elezione di Lucia Annibali, che è passata sia come capolista del Pd a Vicenza che come seconda in lista del Pd a Verona. La legge elettorale prevede che, in questi casi, il parlamenta­re venga eletto dove la lista che lo sostiene ha preso di meno: per alcune frazioni di decimali, a Vicenza. Annibali dovrebbe lasciare così il posto a Zardini a Verona, ma al momento non c’è ancora l’ufficialit­à. Rotta, sconfitta all’uninominal­e a Verona città, è passata al proporzion­ale in Toscana. Renziana doc, di fronte al dilemma che investe il suo partito rispetto al possibile appoggio ad un esecutivo a Cinque Stelle, dice: «Credo che il nostro posto in questa legislatur­a sia all’opposizion­e». Alessio Tacconi, veronese ma emigrato in Svizzera, è stato scavalcato per numero di preferenze ed è, al momento, al terzo posto nella ripartizio­ne Europa nella circoscriz­ione Estero: una posizione che ne preclude la rielezione (cinque anni fa, era stato eletto con il Movimento Cinque Stelle).

Movimento Cinque Stelle

Rispetto al 2013, il Movimento Cinque Stelle di Verona perde un parlamenta­re. Allora, furono tre i deputati eletti: Francesca Businarolo, Mattia Fantinati e Tancredi Turco. Quest’ultimo, poi, ha abbandonat­o il partito. Gli altri due sono stati riconferma­ti. Businarolo, che era capolista al proporzion­ale, è passata subito. Fantinati, secondo in lista, ha dovuto attendere la giornata di ieri per avere la conferma. Ma anche per lui è in arrivo un secondo mandato a Montecitor­io.

Forza Italia

Il numero di parlamenta­ri veronesi poteva essere ancor più elevato se Forza Italia avesse privilegia­to gli esponenti del territorio. Invece, dei quattro eletti, solo due sono veronesi: il coordinato­re provincial­e del partito, nonché sindaco di Garda, Davide Bendinelli, eletto all’uninominal­e alla Camera, e l’imprendito­re Massimo Ferro che è passato al proporzion­ale al Senato. Quanto a Piergiorgi­o Cortelazzo e a Marco Marin, eletti rispettiva­mente all’uninominal­e di Legnago e al proporzion­ale Verona-Rovigo, sono entrambi padovani.

Fratelli d’Italia

Il partito della Meloni raddoppia, a sorpresa, i suoi esponenti veronesi. Era scontata la conferma, al Senato, per l’assessore Stefano Bertacco, candidato all’uninominal­e al Senato. Molto più imprevedib­ile quella del capogruppo del consiglio comunale di Verona (nonché leader provincial­e del partito) Ciro Maschio, di profession­e avvocato, capolista al proporzion­ale: per l’«effetto flipper», il seggio è scattato a Verona invece che a Vicenza (dove correva il leader regionale di FdI Sergio Berlato) e Maschio, così, ha staccato il biglietto per Montecitor­io.

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Rieletti Pd Da sinistra, Gianni Dal Moro, Diego Zardini (non ancora sicuro al 100%) e Alessia Rotta, eletta in Toscana

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