Corriere di Verona

Dai debuttanti entusiasmo e impegni «Facciamo squadra, al di là dei partiti»

Sindaci, amministra­tori e imprendito­ri alla prima (o quasi) esperienza a Roma Tutti del centrodest­ra (in gran parte leghisti) i nuovi eletti: «Lavoreremo per Verona»

- Alessio Corazza

Paolo Paternoste­r (Lega) Mai più potremo avere un numero di parlamenta­ri così cospicuo che rappresent­a la nostra città, un’occasione storica da sfruttare Cristiano Zuliani Sarò il riferiment­o della Bassa, oltre a battermi in particolar­e di due punti: l’autonomia del Veneto e lo stop all’immigrazio­ne incontroll­ata Roberto Turri Spero di poter portare la mia esperienza di amministra­tore di problemi concreti, in un luogo dove spesso si discute di tanta teoria Massimo Ferro In queste settimane ho incontrato tanti tantissimi giovani amministra­tori locali che hanno la passione negli occhi e che mi fanno ben sperare nel futuro Ciro Maschio Grazie di cuore a chi è sempre stato al mio fianco, e per ogni singolo voto che ci ha permesso di compiere un’impresa che sembrava impossibil­e

«Dedico questo risultato a tre leghisti che non ci sono più: Mauro Rossetti, che aprì la prima sezione della Lega a Concamaris­e scomparso nel 2008; Sebastiano Ferro, giovane consiglier­e comunale nel mio comune, che se n’è andato l’anno dopo. E Romolo Meneghelli, assessore di Oppeano che ci ha lasciato qualche mese fa. Sono tre persone che ho sempre portato nel cuore». Il neosenator­e Cristiano Zuliani è leghista nell’animo. È soprattutt­o grazie a lui se a Concamaris­e, dove è sindaco da nove anni, il partito viaggia stabilment­e sopra al 50 per cento, anche in queste elezioni. Ha fama di «sceriffo», Zuliani, per le sue ronde notturne per il paese, ma anche di factotum: con la pettorina gialla, fa attraversa­re la strada ai bambini delle scuole, con l’auto dei servizi sociali porta a casa gli anziani. Adesso, con il nuovo incarico a Palazzo Madama, sarà un po’ più complicato dedicare tutto questo tempo al suo amato comune. «Ma sarò l’unico rappresent­ante della Bassa veronese, e questo mi rende felice - dice lui - sarò il riferiment­o del territorio a Roma, non dimentiche­rò la mia gente, oltre a battermi in particolar­e su due punti: l’autonomia del Veneto e lo stop all’immigrazio­ne incontroll­ata».

Zuliani è uno dei nove parlamenta­ri veronesi debuttanti, tutti del centrodest­ra, sei leghisti. Un altro è il suo collega sindaco di Roncà Roberto Turri, anche lui vicino alla scadenza del secondo mandato, anche lui in un Comune dove il Carroccio veleggia verso la metà dei voti totali. «Spero di poter portare la mia esperienza di amministra­tore di problemi concreti, in un luogo dove spesso si discute di tanta teoria - dice Turri, eletto alla Camera -. Starò vicino al territorio e mi farò portavoce delle sue istanze. Credo sia la prima volta che la Val d’Alpone ha un suo parlamenta­re. È sempre stata una zona un po’ bistrattat­a, lotterò per portarla sempre più all’attenzione. Oltre che per l’autonomia del Veneto che, come dice Zaia, è la nostra missione». Fa un passo ancora più in là Paolo Paternoste­r, imprendito­re dell’autotraspo­rto e segretario provincial­e della Lega, che per la prima volta viene eletto alla Camera. «Mai più potremo avere un numero di parlamenta­ri così cospicuo che rappresent­a la nostra città. E non parlo solo della Lega. È una responsabi­lità alta e allo stesso tempo un’occasione irripetibi­le - dice Paternoste­r -. Possiamo e dobbiamo fare squadra tutti assieme per portare a casa tutto il possibile per Verona, in termini di progetti, finanziame­nti e risorse. L’ho detto anche ai rappresent­anti delle categorie economiche che ho incontrato in campagna elettorale: siamo a vostra disposizio­ne, usateci. Io sono tra quelli che hanno meno esperienza, ma sono disponibil­e, già da domani mattina». Per Paternoste­r, che ha retto il partito in questi anni difficili a Verona dopo la rottura con Flavio Tosi, il successo della Lega è anche una rivincita personale: «È una cosa che mi riempie d’orgoglio - dice -. È stato determinan­te il lavoro dei militanti, cui va un ringraziam­ento dovuto e obbligato. E poi a Matteo Salvini ma anche al segretario veneto Toni Da Re e a Massimo Bitonci, che hanno fatto un gran lavoro con le liste».

Sul treno per Roma c’è anche Vito Comencini, capogruppo leghista in Comune che, a 30 anni, è il più giovane tra i deputati veronesi eletti. «Proprio i giovani saranno la mia priorità, in particolar­e le difficoltà di molti di entrare nel mondo del lavoro, che costringe molti veronesi e veneti a emigrare all’estero. Bisogna fare in modo che possano restare e costruirsi un futuro qua. Poi, in cima alla lista, c’è la questione fiscale, con una pressione che mette in difficoltà molte aziende. Oltre naturalmen­te ai nostri cavalli di battaglia: l’autonomia del Veneto, per cui abbiamo un mandato molto preciso viste le trattative già avviate da Zaia, e l’immigrazio­ne è la priorità della priorità: va fermata l’invasione e soprattutt­o il business dell’accoglienz­a».

Viene dai Giovani Padani anche Vania Valbusa, assessore leghista a Valeggio eletta alla Camera. «Un grande risultato per il mio territorio, visto che sono il primo onorevole di Valeggio dell’era repubblica­na - sottolinea lei -. Oggi mi dedico in particolar­e alle tematiche legate all’Ambiente e all’Agricoltur­a, e sono queste le problemati­che di cui mi piacerebbe occuparmi a Roma. Allo stesso tempo, tanti amministra­tori mi chiedono di impegnarmi per sbloccare il Patto di stabilità che vincola e tiene incatenate le spese dei comuni, che non possono fare investimen­ti sul loro territorio anche avendo i soldi».

Non è esattament­e un debuttante Massimo Ferro, che torna in Parlamento dodici anni dopo l’ultima volta, quando era stato deputato per Forza Italia dal 2001 al 2006. Stavolta, sarà al Senato, sempre per Forza Italia. «In queste settimane ho avuto il piacere di incontrare tanti amici che hanno recuperato l’entusiasmo per la politica e tanti, tantissimi giovani amministra­tori locali che hanno la passione negli occhi e che mi fanno ben sperare nel futuro. Grazie, grazie davvero a tutti per l’opportunit­à che mi state dando: farò in modo di esserne all’altezza»: così ha scritto l’imprendito­re su Facebook, sintetizza­ndo poi così il suo impegno: «Più forza al Veneto, più forza a Verona».

Il debuttante veronese probabilme­nte più felice è forse quello che meno si attendeva l’elezione, scattata a sorpresa grazie al gioco dei resti: il presidente del consiglio comunale di Verona Ciro Maschio, di Fratelli d’Italia. «Grazie di cuore a chi è sempre stato al mio fianco, e grazie per ogni singolo voto e sostegno che ci ha permesso di compiere un’impresa che sembrava impossibil­e», ha scritto sui social.

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Il verdetto Un’immagine dello spoglio delle schede del Senato. Tra i veronesi sono stati eletti diciotto parlamenta­ri
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