Kean e Inglese Cercasi bomber per il derby
Il talento cerca il gol per festeggiare i suoi 18 anni
Talento alla prova Pecchia sta facendo un lavoro martellante: c’è bisogno di lui per la salvezza
Avrebbe voluto regalarsi VERONA un gol a Benevento, per festeggiare il suo diciottesimo compleanno (soglia toccata il 28 febbraio). Poi è arrivata la tragedia della scomparsa di Davide Astori, con il rinvio delle partite in programma domenica scorsa. Ci proverà sabato, Moise Kean, a farsi un
cadeau speciale per il raggiungimento della maggiore età. Il palcoscenico è dei più eclatanti: c’è il derby, un Verona-Chievo che mai, in passato, è stato così significativo per la classifica. La decideranno gli stoccatori, la gara del Bentegodi, dice quello. Se di là c’è Roberto Inglese, al Verona ecco Kean, principale marcatore dei gialloblù, con 4 gol all’attivo.
Fabio Pecchia aspetta dal suo talento una prova di maturità nel derby. Con il Toro, due domeniche fa, ha dimostrato temperamento e sagacia tattica, Kean. Il gol non è arrivato, ma il modo in cui Moise ha fatto girare attorno a sé il reparto offensivo è stato uno dei perni che hanno permesso al Verona di guadagnare una vittoria essenziale. Prestazione da replicare con il Chievo, quindi, magari tornando a segnare.
Pecchia, su Kean, sta facendo un lavoro martellante. Beata giovinezza, d’accordo, ma qui c’è da salvarsi. La stracittadina può essere lo spartiacque della sua stagione all’Hellas: riuscisse a risultare determinante, potrebbe accedere all’empireo del Verona. Sul derby si sono impressi i marchi di splendidi attaccanti gialloblù. Da Fabrizio Cammarata a Nicola Zanini e a Totò De Vitis, fino a Luca Toni e Giampaolo Pazzini, le firme sono state di rilievo. Kean ascolta le parole di Pecchia e si carica. L’anagrafe dice che spetta a lui il ruolo di «cucciolo» dello spogliatoio, ma dentro è già grande, cresciuto in fretta, buttato in «piscina» nella lotta per la salvezza, che è una battaglia calcistica senza quartiere. Se non ci sei, scappi via. Se ci sei, invece, resti e attacchi: la cosa che a Kean viene più naturale.
Il derby, allora. All’andata giocò 19’, subentrando a Pazzini. Neanche il tempo di assaggiare il campo e gli toccò vedere il Chievo siglare il gol del 3-2 finale, con una zampata di mestiere di Sergio Pellissier, uno che ha ventuno anni più di lui, tanto per capirsi. In Coppa Italia, invece, restò fuori, mentre il Verona vinceva, ai rigori, una partita interminabile. Pecchia, ora, gli consegna le chiavi per far correre veloce l’Hellas. C’è bisogno di pestare forte sui pedali. E se al Bentegodi fosse la serata di «Hurri Kean»? Intanto lui affina gli equilibri della coppia che forma con Bruno Petkovic. Se cercate un talismano per il derby, evitate i soliti gesti apotropaici: tentate con questo. Moise non ha paura.