Doppi incarichi, lite nella Lega
Il segretario Paternoster contrario, il capogruppo Comencini: «La linea non la detta lui»
Paolo Paternoster sui doppi incarichi agita la Lega e la maggioranza in Comune a Verona. Il segretario del Carroccio e neodeputato si dice favorevole, il capogruppo leghista in Comune Vito Comencini, anch’egli neoeletto, gli risponde a muso duro: «La maggioranza si è già espressa, rigettando una mozione analoga dei Cinque Stelle». Doppi incarichi sono quelli del vicesindaco leghista Fontana e dell’assessore Fdi Bertacco, appena eletti in parlamento.
Un Paolo Paternoster dalle posizioni «grilline» sui doppi incarichi agita la Lega e la maggioranza in Comune a Verona. In un commento su
L’Arena, il segretario provinciale del Carroccio appena eletto deputato esprime la sua posizione su un tema che, nel centrodestra veronese, è scottante: «Doppi incarichi? Non c’è incompatibilità, ma credo che per un fatto di opportunità politica sia meglio che si debba scegliere. O l’uno o l’altro. Invito quindi il sindaco Federico Sboarina a dare la linea».
È, nei fatti, un siluro lanciato in primis contro i due esponenti dell’amministrazione appena eletti in Parlamento: il vicesindaco Lorenzo Fontana, per altro proprio della Lega, e l’assessore ai Servizi Sociali Stefano Bertacco. Entrambi, peraltro, cumulano il doppio incarico dal giorno dell’elezione in Comune, visto che il primo è europarlamentare (e oggi deputato) mentre il secondo è senatore, appena riconfermato.
Potenzialmente, però, la questione del doppio incarico è molto più ampia e sfaccettata. Tocca praticamente tutti i neoeletti veronesi della Lega: Roberto Turri, neodeputato, è sindaco di Roncà; Vania Valbusa, anche lei eletta alla Camera, è assessore a Valeggio; Cristiano Zuliani, neosenatore, è sindaco di Concamarise. E poi c’è il capogruppo Vito Comencini, che ha vinto nel collegio uninominale di Verona per la Camera ed è anche capogruppo della Lega in consiglio comunale.
Tocca a lui il compito di rimandare al mittente le parole di Paternoster, con toni che lasciano intendere il solco profondo che separa ormai il nuovo corso del partito a Verona dal vecchio segretario reduce di mille battaglie che più volte, negli ultimi mesi, ha schivato mozioni di sfiducia, fino all’invio da Padova del «legato» Massimo Bitonci, di fatto un commissario. «Mi dispiace che l’ormai ex segretario provinciale della Lega non segua bene le attività del consiglio comunale di Verona esordisce Comencini - visto che abbiamo bocciato mozione dei Cinque Stelle che puntava il dito contro questione doppi incarichi. La maggioranza, su questo tema, ha già espresso una linea ben precisa». Perché Comencini parla di ex segretario? «Per lo statuto della Lega, la carica di segretario è incompatibile con quella di parlamentare», spiega. Come a dire: l’unico vero doppio incarico che non può essere mantenuto è proprio quello di Paternoster che, per altro, ha irritato oltremodo i suoi compagni di partito rimettendo la decisione non tanto agli organi direttivi interni quanto al sindaco Federico Sboarina (che oltretutto se ne vuole tenere fuori).
Comencini, fedelissimo del vicesindaco Fontana, rivendica che i ruoli ricoperti a livello locale derivano dai voti dei cittadini: «Mantenerli è un modo per tenere un legame con il territorio. Io non voglio fossilizzarmi a Roma». Ma poi si spinge oltre, spiegando di voler restare in Comune «per occuparmi ancora della commissione trasparenza dove, attraverso una serie di accessi agli atti, voglio vedere come sono state gestite finora partecipate come Amia e Agsm, oppure capire chi lavorava con la Fondazione Arena. Mentre a Roma, porterò avanti provvedimenti per fare in modo che le imprese rimangano qua e non delocalizzino». Si tratta di una serie di avvertimenti cifrati a Paternoster, ex presidente di Agsm e Amia, la cui ditta di trasporti di famiglia ha preso appalti in passato con la fondazione lirica ed ha aperto una sede in Romania.
Chi invece raccoglie al volo la proposta di Paternoster contro i doppi incarichi sono i seguaci di Flavio Tosi che, su questo tema, già in campagna elettorale, aveva attaccato gli esponenti dell’amministrazione pronti a sdoppiarsi in Parlamento. «Il doppio incarico elettivo, pur essendo permesso dalla legge, attiene ad una questione morale e di (in)opportunità - dice adesso il consigliere della lista Tosi Alberto Bozza - Tenere un doppio incarico che, per quanto solo uno dei due sia retribuito, è molto complicato: fare bene entrambi, soprattutto se sono due ruoli importanti, è impossibile, anche se in Italia “nulla è impossibile”». Sempre a Palazzo Barbieri, tra i neoparlamentari con un doppio incarico c’è anche Ciro Maschio, presidente del consiglio comunale e neodeputato di Fratelli d’Italia, oltre al sindaco di Garda Davide Bendinelli, anche lui eletto deputato per Forza Italia.
Vito Comencini La maggioranza si è già espressa, rigettando una mozione dei Cinque Stelle