M5S, la «rivincita» di Fantinati «Il caso rimborsopoli? Boomerang»
Il deputato eletto per il secondo mandato: «Noi, maturi per il governo»
«Credo che sia sotto gli occhi di tutti che la gente ha votato i Cinque Stelle perché aveva un programma. E lo porteremo avanti». Mattia Fantinati ha conquistato la rielezione alla Camera in una Verona che, rispetto a cinque anni fa, è molto più leghista. Fantinati, non rischiate di diventare il partito del sud?
«Ma siamo cresciuti anche al Nord. Certo, a casa della Lega e di Forza italia, facciamo ancora fatica. Ma la vera sorpresa siamo noi. Non raccogliamo più solo un voto di protesta, siamo molto maturati. Siamo un partito di governo».
Cosa risponde a chi dice che il reddito di cittadinanza che vi ha fatto trionfare al sud è puro assistenzialismo?
«Molti qui hanno una visione sbagliata di questa nostra proposta. Non è assegno di mantenimento per tutti, è erogato solo se ti formi, se hai lavori socialmente utili e così via. E poi ricordo che la nostra legge ha la bollinatura della Ragioneria di Stato, ci sono le coperture. Non è uno slogan come la flat tax, ma una proposta concreta». Gli industriali qui vogliono la Tav. E voi?
«Non siamo contro le infrastrutture, siamo per quelle che servono. Su quelle che invece hanno un rapporto dubbio tra costi e benefici, siamo per rivederle. È il caso della Tav: abbiamo un nostro progetto che prevede un terzo di costo e un terzo di impatto ambientale, a parità di performance. Se tu riesci a dare con un progetto alternativo e credibile, non vedo perché il governo non dovrebbe tenerlo in considerazione». Già, ma quale governo? È possibile un esecutivo tra voi e la Lega?
«Non parlerei di governo con la Lega. Voglio vedere un governo di programma. In questi anni ho capito una cosa: la coerenza dà credibilità, e paga. Abbiamo indicato il candidato premier, la squadra di governo, e il programma».
Le polemiche sui rimborsi non hanno scalfito il vostro consenso. Perché?
«La gente ha capito che, con i soldi che abbiamo volontariamente restituito, abbiamo fatto ripartire settemila imprese. Altro che rimborsopoli: è stato un boomerang per chi ha sollevato il caso».
La polemica ha sfiorato anche lei, per quei 46 mila euro per spese di vitto.
«Già, facendo i conti sono 30 euro al giorno. E mica li ho spesi tutti per me, ho organizzato diversi convegni con imprenditori, dove magari era previsto un piccolo buffet. In ogni caso, chi mi ha criticato, dovrebbe prima restituire 120 mila euro, come ho fatto io».