Bed and breakfast, scoperti altri 25 evasori
Avevano chiesto i pass per la Ztl ma non versavano la tassa di soggiorno
Questa volta non si trattava di strutture «fantasma» completamente sconosciute al Fisco e a Palazzo Barbieri. Casomai, sarebbe corretto parlare di «faccia tosta». Perché le 25 strutture extralberghiere del centro storico chiedevano al Comune i permessi per l’accesso alla Ztl da fornire ai propri clienti ma poi «dimenticavano» di versare la tassa di soggiorno relativa a quei pernottamenti. Un’evasione pari a circa 200mila euro, verificata nel corso degli ultimi tre mesi dagli uomini del nucleo di polizia amministrativa della polizia municipale, insieme ai tecnici del settore Tributi del Comune. Si tratta di bed and breakfast e locazioni turistiche (il «modello Airbnb») dislocati nel cuore della città, tra corso Porta Borsari, piazza Erbe e via San Michele alla Porta.
Secondo i primi accertamenti avrebbero registrato regolarmente le targhe dei clienti, ma non avrebbero versato la tassa di soggiorno per il periodo compreso tra l’ultimo trimestre del 2013 e il primo semestre del 2016. La somma delle sanzioni notificate ammonta a 11.550 euro ma le 25 strutture sono state segnalate all’Agenzia delle Entrate per ulteriori accertamenti sui redditi e a Solori per quel che riguarda il pagamento ella tassa sui rifiuti. Un’operazione che ha incassato il plauso del presidente di Confcommercio Paolo Arena: «Così si combatte la concorrenza sleale.
A Verona si contano 2.400 appartamenti recensiti sui siti online: è quanto mai necessaria una modifica alla legge regionale che norma questo settore, affinché le regole siano chiare per tutti ed efficaci nel colpire l’abusivismo».
Linea condivisa dall’assessore comunale Daniele Polato: «Vogliamo che a Verona i turisti possano avere certezze sulle strutture ricettive scelte e che i soggetti onesti siano tutelati da coloro che con artifizi non rispettano le regole».