Corriere di Verona

Il giallo del baby portiere morto in casa: «Mio figlio è caduto all’improvviso»

Vigonovo, disposta l’autopsia come nel caso Astori I familiari: «Un infarto». Aveva sofferto di asma

- Andrea Priante

«Un colpo. VIGONOVO (VENEZIA) Abbiamo sentito quel rumore provenire dal bagno dove era entrato Hamza...». Hanno bussato, gridato. Ma niente. «Non apriva. Allora sono passato dalla finestra e l’ho visto... Ho visto mio figlio a terra. E in quel momento respirava ancora».

Mentre racconta com’è morto il suo ragazzo, M0hammed Briniss ha la voce che gli trema. «Era un angelo», ripete. Poi, questo padre arrivato dal Marocco nel 1992 e che da allora vive con la famiglia a Vigonovo, nel Veneziano, azzarda l’unica spiegazion­e che gli pare possibile: «Un infarto, credo che il cuore abbia ceduto».

Le vere cause le stabilirà l’autopsia, disposta per questa mattina dal sostituto procurator­e di Venezia, Stefano Buccini. Il medico legale Antonello Cirnelli dovrà fare luce sulla morte improvvisa di Hamza, 17 anni, avvenuta martedì pomeriggio poco dopo essere rincasato dalla mattinata di lezione all’istituto alberghier­o di Abano.

Giocava a calcio negli Allievi del Saonara-Villatora. «Era un bravo portiere, il migliore che avevamo. Domenica scenderemo in campo con il lutto al braccio», spiega il segretario della società, Sergio Frasson. Inevitabil­e, almeno fino a quando non si conosceran­no le cause del decesso, ripensare a Davide Astori, il capitano della Fiorentina stroncato nella notte tra sabato e domenica da un problema cardiaco.

«Ci uniamo al dolore per la prematura scomparsa di Hamza», si legge in una nota della Lega Nazionale Dilettanti, che ha dato disposizio­ne a tutte le società calcistich­e: il prossimo finesettim­ana sui campi del Veneto verrà osservato un minuto di silenzio in memoria del ragazzo.

Nell’appartamen­to di Vigonovo, ieri, c’era un continuo viavai di connaziona­li. Le preghiere e i pianti si mescolavan­o ai ricordi di Khadija, la madre di Hamza: «Tutti amavano mio figlio: sorrideva sempre, era simpatico, un ragazzo felice. Diceva che da grande sarebbe diventato un grande chef».

Ma cos’è successo martedì? «È tornato da scuola», racconta il padre, che lavora per l’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti nel Padovano. «Sembrava stare bene, abbiamo perfino scherzato, mi ha raccontato di un suo amico e mi ha chiesto i soldi per la gita». Un giorno come gli altri. Ma dopo pranzo, il ragazzo è andato in bagno ed è crollato a terra. «Il primo a intervenir­e è stato un medico di base che abita qui vicino continua Mohammed Briniss - e dopo pochi minuti è arrivata l’ambulanza. Sono stati tutti bravi, e li ringrazio».

I soccorrito­ri hanno tentato in ogni modo di rianimare il ragazzo, utilizzand­o anche il defibrilla­tore. Ma non c’è stato nulla da fare.

In attesa dei risultati dell’autopsia, qualcosa in più sullo stato di salute del ragazzo lo raccontano proprio i familiari. «Da piccolo soffriva di asma - dice la mamma - ma poi era migliorato». Ultimament­e, però, aveva avuto dei problemi respirator­i. «Un principio di polmonite», sostiene il fratello minore. «Un paio di settimane fa gli avevano prescritto dei farmaci e il problema sembrava risolto. Era tornato anche a scuola...», aggiunge il padre.

In famiglia, tutti sembrano escludere che i problemi respirator­i dei giorni scorsi siano collegati alla morte. «È solo colpa di un arresto cardiaco», ripetono, anche se Mohammed ricorda che «a luglio mio figlio si era sottoposto alla visita sportiva, e non c’erano stati problemi».

Quando la procura avrà concluso gli accertamen­ti, arriverà il via libera alla sepoltura. «Tornerà in Marocco conclude la madre - e lì riposerà per sempre».

La Lega Dilettanti Nel finesettim­ana le squadre del Veneto osserveran­no un minuto di silenzio per Hamza

 ??  ?? Con la squadra Sopra, Hamza Briniss (con la maglia nera), il ragazzo morto martedì a Vigonovo. A sinistra, la madre Khadija mostra una foto del figlio sul telefonino
Con la squadra Sopra, Hamza Briniss (con la maglia nera), il ragazzo morto martedì a Vigonovo. A sinistra, la madre Khadija mostra una foto del figlio sul telefonino
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