Corriere di Verona

«C’è Luisa?», l’aiuto al bar arriva con la frase in codice

Verona la prima città italiana ad aderire. Inizierann­o bar e locali del centro

- D.O.

È l’anno della rivolta delle donne contro le molestie, e un’iniziativa concreta parte da Verona: nei locali che aderiranno, le ragazze potranno rivolgersi ai titolari con la frase in codice «C’è Luisa?» e far scattare la richiesta d’aiuto. Intanto ieri centinaia di donne in piazza per l’8 Marzo.

In tedesco «Ist Luisa hier?» è la domanda inventata in Germania

Una parola d’ordine, «C’è Luisa?». E il barista, il commercian­te o, in futuro, anche il buttafuori di una discoteca, capirà. Capirà che qualcosa è andato storto, che non c’è Luisa, ma una persona che ha bisogno di aiuto. Nei locali di Verona si sperimente­rà, per la prima volta in Italia, questo «protocollo» ideato in Germania. L’idea fondamenta­le è quella di intervenir­e con la massima discrezion­e. Chi l’ha inventata (in tedesco la domanda suona come «Ist Luisa hier?») ha pensato alle donne e alle ragazze che, per un motivo o per un altro si trovano in una situazione di disagio all’interno di un locale, e cercano aiuto senza però dare nell’occhio, magari per evitare un pericolo maggiore. L’idea è stata rilanciata, a livello italiano da Radio Deejay e raccolta, in riva all’Adige, da Nicola Provolo, istruttore di Krav Maga, l’arte marziale israeliana, nonché ideatore di iniziative per la sicurezza personale. Come funziona: nei locali aderenti, nel caso di pericolo o possibili molestie, basterà avvicinars­i al personale del locale e chiedere «C’è Luisa?» per allertare lo staff, che procederà con l’allontanam­ento della possibile vittima, alla quale verrà poi offerto l’aiuto più opportuno: un taxi, una telefonata a casa o, nei casi più gravi, l’arrivo delle forze dell’ordine. «Naturalmen­te gli esercenti e quanti lavorano alle loro dipendenze vanno formati un minimo - spiega Provolo - abbiamo già iniziato. Partiremo con i locali del centro».

Così, com’è declinata a Verona, l’iniziativa non servirà solamente a prevenire (e a intervenir­e) nei casi di molestie che avvengono all’interno dei locali. «C’è Luisa?», infatti, funzionerà anche come servizio di emergenza, nel caso qualcuno subisse un’aggression­e in strada, può recarsi in uno dei negozi aderenti (riconoscib­ili da un adesivo) e chiedere aiuto in questo modo. «Anche per questo - precisa Provolo - abbiamo chiesto una convenzion­e con Radiotaxi Verona. Inoltre, stiamo lavorando a un accordo con il Silb, il principale sindacato italiano delle discoteche: in questo caso, è tutto più delicato, perché occorre inserirsi in protocolli di sicurezza già avanzati e concordati con le prefetture». L’iniziativa è stata presentata ieri in Comune e ha il sostegno degli assessorat­o alle Pari opportunit­à e al Tempo libero.

L’annuncio è arrivato nel giorno della festa delle donne. Sempre ieri, alla sala convegni del Banco Popolare, si è affrontato il tema delle molestie sul luogo di lavoro, con interventi di avvocati giuslavori­sti e di psicologi e psicoterap­euti.

A Peschiera è stata posata una «panchina rossa», scelta come simbolo contro la violenza nei confronti delle donne. Una prima panchina era stata posata, in provincia, lo scorso 20 novembre (data in cui ricorre la giornata contro la violenza, per l’appunto) in piazza Bra. A prendersen­e carico, gli allievi della scuola di polizia del centro del Garda: si trova nell’area pubblica davanti all’entrata dell’istituto.

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