Corriere di Verona

La Chiesa caccia il prete dello scandalo

Padova, nel giorno della festa della donna la notizia del Vaticano che toglie la tonaca al sacerdote dello scandalo Lui: «Sono un uomo distrutto». L’annuncio del vescovo Cipolla agli altri religiosi: «Per noi resta un fratello»

- Michela Nicolussi Moro

Orge in canonica, la scure del vescovo di Padova sul prete dello scandalo, don Andrea Contin, che viene ridotto allo stato laicale: non è più sacerdote. «È un momento di sofferenza per tutti», spiega il vescovo.

La Chiesa congeda definitiva­mente don Andrea Contin, l’ex parroco di San Lazzaro, a Padova, già sospeso a divinis il 2 febbraio 2017 dal vescovo Claudio Cipolla e finito sotto inchiesta per lesioni volontarie aggravate, anche dall’uso di un coltello, e minacce di morte nei confronti di una delle cinque donne con cui ha ammesso di aver avuto rapporti intimi e che l’aveva denunciato nel dicembre 2016. Ieri, proprio nel giorno della festa della donna, il vescovo ha annunciato ai sacerdoti della Diocesi riuniti per il ritiro quaresimal­e che Contin, 50enne di Busiago di Campo San Martino, è stato dimesso dallo stato clericale. La decisione è stata notificata dalla Congregazi­one per il Clero che ha sede in Vaticano ed è presieduta dal prefetto cardinale Beniamino Stella, alla quale la scorsa estate il Tribunale ecclesiast­ico diocesano aveva inviato la documentaz­ione relativa al procedimen­to canonico aperto a carico dell’ormai ex prete. Contin organizzav­a orge in canonica con una ventina di signore e diversi sacerdoti, oltre a custodire una collezione di sex toys e video hard sequestrat­i dai carabinier­i.

«Il provvedime­nto è inappellab­ile e non soggetto a ricorso — la nota ufficiale della Curia — prevede per Andrea Contin la dispensa dagli obblighi del ministero presbitera­le e dal celibato, senza che venga meno la possibilit­à di partecipar­e alla vita della comunità cristiana. Il vescovo Claudio comunica questo provvedime­nto con profonda amarezza e sofferenza e invita a pregare per Andrea, per i sacerdoti e per i fedeli tutti, smarriti di fronte alle vicende che hanno visto coinvolto l’ex presbitero e arrecato tanto danno alla Chiesa». Il ritorno allo stato di laico era stato comunicato al diretto interessat­o lo scorso 3 marzo dallo stesso presule, che ieri ai sacerdoti ha detto: «Andrea per noi resta un fratello». «È un momento di sofferenza per tutti — spiega monsignor Claudio Cipolla, che ora riferendos­i all’ex parroco non usa più il «don» ma nome e cognome — per Andrea Contin e la sua famiglia, per i nostri preti, per le persone coinvolte, per i fedeli che lo hanno conosciuto. Non possiamo pensare che si sia giunti a una decisione così grave senza che siano stati vagliati tutti gli elementi in gioco e per il bene della Chiesa e di Andrea stesso. Ci vorrà tempo per rimarginar­e le ferite e ritrovare la fiducia per quanti si sono sentiti offesi o confusi».

Il vescovo era stato più severo un anno fa. Nell’annunciare la sospension­e a divinis, aveva parlato di «gravi responsabi­lità morali di don Andrea Contin, protagonis­ta di comportame­nti inaccettab­ili per un prete, per un cristiano e per un uomo» e di «una dolorosiss­ima e umiliante vicenda che ci ha esposti alla vergogna di tutto il mondo». «Ne prendiamo le distanze, sono atteggiame­nti intollerab­ili e immorali», aveva chiuso. «Sono un uomo distrutto, voglio essere lasciato solo», aveva sussurrato lui, sparito dalla circolazio­ne e ora in attesa che il giudice Cristina Cavaggion accetti la sua richiesta di patteggiam­ento a un anno di reclusione, con sospension­e della pena e risarcimen­to di 11.500 euro all’impiegata cinquanten­ne che l’ha denunciato (e che non l’ha chiesto). Il pm Roberto Piccione è d’accordo, a giorni l’udienza preliminar­e.

Intanto i genitori, la sorella e il fratello preferisco­no non commentare l’epilogo «di una vicenda che ci ha rovinato la vita», mentre Paolo Tonin, il sindaco di Campo San Martino dove abitano, ammette: «Per il paese è stato uno choc, qui Andrea lo conoscono tutti. Prima di diventare prete, all’inizio degli anni ‘90, è stato consiglier­e comunale per una lista civica, poi ha sempre collaborat­o con il Comune e con la parrocchia nell’organizzaz­ione di spettacoli e iniziative per i ragazzi. Qualche volta è stato visto con delle ragazze, organizzav­a feste in una casa abbandonat­a, ma nessuno ha mai nutrito sospetti. Pensavamo fossero parrocchia­ne. Siamo rimasti commossi quando ha intitolato Casetta Michelino, centro diurno per anziani di Padova, al suo migliore amico, che è morto. Erano molto legati, Michelino accudiva il cavallo di Andrea». Addolorati i confratell­i. «La Chiesa non l’ha abbandonat­o — dice don Renzo Zecchin, nuovo parroco di San Lazzaro — la Curia continua ad avere contatti con lui. Varie persone lo vanno a trovare e molti fedeli lo ricordano con affetto. Non è stato buttato fuori dalla nostra famiglia, è una persona che ha sofferto e, pur non negando i fatti spiacevoli emersi, gli auguriamo di riprenders­i». «Lo conosco bene, è stato mio allievo a Teologia — aggiunge don Giovanni Brusegan — e resta un confratell­o, anche se non si possono negare comportame­nti scandalosi e contrastan­ti con la nostra scelta di vita. Guai però a puntare il dito, per noi tutto ciò è un grande dolore».

Critico don Albino Bizzotto: «Le cose vanno affrontate appena emergono e non quando marciscono. C’è stata una mancanza di tempestivi­tà da parte di chi sapeva e doveva intervenir­e subito». Un’altra amante di Contin aveva allertato la Diocesi prima che scoppiasse lo scandalo.

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 ??  ?? Sotto la lente Andrea Contin, l’ex parroco ridotto allo stato laicale dal Vaticano. Sotto monsignor Claudio Cipolla, vescovo di Padova
Sotto la lente Andrea Contin, l’ex parroco ridotto allo stato laicale dal Vaticano. Sotto monsignor Claudio Cipolla, vescovo di Padova
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