Brunetta punge Donazzan Lei: «Vicenza massacrata, serve un’autocritica di FI»
Nuove sedi, la lunga lista dei coordinatori comunali da compilare e un coro unitario di apprezzamento per il «ristrutturatore» bresciano, il commissario Adriano Paroli. Ma l’apparentemente idilliaco direttivo regionale di ieri mattina a Padova ha segnato anche una prima resa dei conti interna per Forza Italia. Casus
belli (di nuovo) l’assessore regionale al Lavoro, la vicentina Elena Donazzan. Per altro assente (giustificata). Pare che il vulcanico Renato Brunetta, nel corso dell’analisi del voto abbia distillato un quantitativo di veleno non proprio omeopatico: «Eh, insomma, a Vicenza si è registrata la nostra percentuale più bassa, eppure è il collegio di un assessore regionale...». Allusione a un possibile «remare contro» della Donazzan dopo l’esclusione dalla partita delle Politiche. Lo scontro (non dichiarato) al calor bianco fra i due pesi massimi degli azzurri in Veneto, Brunetta e la Donazzan spesso accusata di un’eccessiva autonomia di pensiero, potrebbe essere solo agli inizi. A gettare acqua sul fuoco ci pensa, da copione, il pompiere Paroli: «Smentisco che ci siano state illazioni sulla Donazzan. Non nascondiamo che su Vicenza abbiamo perso un parlamentare che davamo per certo ma per noi Donazzan è un quadro importante del partito e gode della stima e del sostegno di tutti, in primis del mio. Il dato elettorale ci dice che si tratta di territori bisognosi di maggiore attenzione». Paroli sposa così, quasi inconsapevolmente la secca risposta della Donazzan: «Queste elezioni si sono vinte o perse su messaggio e territorio - spiega - prendiamo la Lega, in Veneto aveva un messaggio forte e tutto il territorio, noi avevamo un messaggio decisamente debole e zero territorio, soprattutto a Vicenza. Una situazione frutto di scelte ben precise. Al partito serve una profonda e radicale autocritica». I bene informati sintetizzano così il «caso Vicenza». Primo errore, non includere Donazzan fra i candidati dopo che il suo nome veniva dato per certo quasi a bilanciare Pierantonio Zanettin (eletto) che in città non si vede da tempo. Secondo errore che avrebbe sbriciolato l’entusiasmo della base: la rimozione all’ultimo secondo - ci si stava recando in Corte d’Appello per depositare le liste del coordinatore provinciale vicentino Matteo Tosetto in favore dell’outsider e grande finanziatore della campagna, Fabio Franceschi cui era stato promesso proprio quel seggio a Padova e, infine, le dichiarazioni pubbliche, accolte con imbarazzo e timori dal partito nei giorni immediatamente precedenti le urne, di Lia Sartori. «Vicenza è un territorio che è stato mortificato e umiliato - chiude Donazzan». Non basta, ad agitare gli animi anche un altro annuncio di Brunetta sull’entrata in direttivo di Francesca Zaccariotto invisa, però, agli azzurri della sua San Donà. E, intanto, si punta alla ristrutturazione del partito non prima di aver chiuso il secondo round con la Lega sulle amministrative. Sul ring, ancora Toni Da Re per il Carroccio e Paroli per FI».
Paroli Elena è un quadro importante che gode della stima e del sostegno del partito