«Più tutele contro filmati e foto sul web»
«Il sesso vende agli uomini quasi incondizionatamente». Donne e pubblicità nell’epoca delle nuove tecnologie multimediali: un tema quanto mai d’attualità quello affrontato ieri in Corte d’assise nel corso del convegno organizzato in occasione dell’8 marzo. «Dalla carta di Verona al protocollo d’intesa sulla parità nell’ambito della pubblicità»: in coda all’incontro organizzato da Aiaf, avvocati per la famiglia e i minori, a tirare le conclusioni sono stati il presidente nazionale dell’associazione Alessandro Sartori e quello regionale Sabrina De Santi. Sul palco, tra gli altri, la psicologa clinica Giuliana Guadagnini: «Ricerche precedenti - ha detto - avevano dimostrato che le donne tendono a reagire in maniera negativa ai messaggi pubblicitari che usano il sesso come stimolo all’acquisto. “Le donne danno molto più valore degli uomini all’intimità e all’impegno che accompagnano un rapporto sessuale” spiegano gli autori della nuova ricerca, e per questo potrebbero accogliere meglio messaggi pubblicitari a sfondo sessuale se questi fossero più in sintonia con le loro aspettative e i loro desideri. Per le donne non è detto che simili messaggi risultino respingenti, l’importante è non dimenticare che per l’audience femminile il vero valore è dato dalla relazione». Significativi, tra gli altri, i contributi della psicologa Natascia Ranieri, che ha scandito in aula la lettera firmata da 120 attrici contro le molestie dopo il caso Weinstein, e dell’avvocato Federica Panizzo, che ha sottolineato come «la pornografia» sia «il preludio della violenza. Per questo urgono contromisure legislative per tutelare maggiormente le donne dalla diffusione su web e smartphone di immagini e filmati».