La prefetta: «Alloggi per gli stalker, così ritrovano equilibrio»
Nel Trevigiano non diminuiscono TREVISO i reati di stalking e maltrattamenti in casa, senza considerare i «reati sentinella» non denunciati come le molestie, le minacce, i danneggiamenti, le ingiurie e la violenza privata, e le donne uccise negli ultimi tre anni sono state otto. Ma i sostituti procuratore della Repubblica, che devono occuparsi anche di ogni altra cosa su un territorio in cui abitano 900 mila persone, sono e rimangono quattro.
Non ha mancato di far presente questo dato ieri, nel corso di un convegno promosso dalla Prefettura di Treviso dal titolo «Coesione sociale, donne e legalità», Mara De Donà, appunto una dei quattro pm in servizio. In una provincia normalmente considerata per sicurezza fra le isole felici d’Italia, insomma, una novantina di casi di stalking l’anno e 140 di trattamenti violenti e vessatori sono un numero da non trascurare ma «a Palazzo di giustizia è vacante anche il posto di procuratore aggiunto – incalza De Donà – la Polizia giudiziaria è anch’essa a ranghi ridotti così come pesa la carenza di personale amministrativo. Le donne comunque, almeno, denunciano, parlano, si difendono e si affidando con fiducia a chi le sa ascoltare».
La rete cucita un po’ alla volta dal Prefetto per studiare ed affrontare con le maniere più proprie un argomento tanto complesso, che richiede un’indagine sulle componenti culturali e sociali prima che sull’adeguatezza delle norme di repressione, è stata descritta alla presenza del capo della polizia, Franco Gabrielli. «Io non credo ai modelli ma alle buone pratiche», ha detto Gabrielli, sottolineando come sia un ottimo sistema quello di «aggregare i diversi temi della sicurezza intorno alla figura del prefetto, che è sempre più non solo rappresentante del Governo sul territorio ma punto di sintesi delle varie istanze che i cittadini richiedono sui temi della sicurezza».
Il quale prefetto, Laura Lega, una piccola rivoluzione nel modo di leggere il girone dannato della violenza domestica l’ha proposta, incrinando un guscio di retorica a senso unico nel quale spesso si raggruppano le discussioni sul tema. E se, ha detto, dopo tutto quello che si cerca di fare a vantaggio delle donne maltrattate, si cominciasse a prendersi un po’ cura anche degli uomini che maltrattano? Che non è una specie di pietà fuori luogo per i carnefici. «Immagino – ha spiegato Lega - un percorso di recupero all’interno di queste situazioni di tensione, ad esempio fornendo una risposta di alloggio ai tanti uomini che, magari anche in seguito a provvedimenti di allontanamento, si trovano in difficoltà per ragioni finanziarie. Tutte circostanze che generano rabbia e tensioni ulteriori».
Al netto delle responsabilità da valutare in ambito giudiziario, dunque, con questa lente anche chi si sia reso protagonista di gesti offensivi, fra la molestia e la violenza privata, va visto come una persona invischiata in una vicenda di cui ha perso il controllo e che rischia di peggiorare se non si tenta di ripristinare un minimo di tranquillità. «Abbiamo un centro di eccellenza a Montebelluna che lavora in questa direzione – ha aggiunto – ma in questo ambito c’è ancora molto da fare».
Il giorno successivo all’Otto marzo, comunque, è stata l’occasione per vedere a che punto sia la strada verso la «pari dignità» fra i sessi in senso ampio. Come nelle imprese e nel sindacato. Maria Cristina Piovesana, presidente di Unindustria Treviso, difende il mondo delle imprese perché «da noi si premia il merito e dunque c’è lo spazio per le donne di trovare una loro piena realizzazione. Vero che ci sono a volte trattamenti diversi, ma occorre anche avere il coraggio di denunciare le discriminazioni».
«All’inizio mi hanno detto che avevo ottenuto ruoli di dirigenza nel sindacato grazie alle quote rosa – si aggancia Cinzia Bonan, segretaria generale Cisl di Treviso Belluno – dopo quindici anni mi sono però trovata candidata unica alla guida».
Lega Immagino un percorso di recupero anche per chi è destinatario di un ordine di allontanamento
Piovesana Nelle imprese si premia il merito, quindi c’è più spazio per la realizzazione delle donne